mercoledì 11 novembre 2009

Suicidio Enke, Germania sotto shock

La polizia tedesca ha rinvenuto una lettera d'addio scritta da Robert Enke, il 32enne portiere dell'Hannover che si è suicidato ieri gettandosi sotto un treno ad un passaggio a livello a circa 25 chilometri a nordest di Hannover. "Di fatto, si può dire che si tratti di una lettera d'addio", ha detto Stefan Wittke, portavoce della polizia.

La tragedia di Enke ha suscitato grande emozione nel calcio tedesco e nel ritiro della nazionale, che si sta preparando all'amichevole in programma sabato a Colonia contro il Cile. La federazione ha annullato l'allenamento previsto per stamattina e nel pomeriggio farà sapere il programma dei prossimi giorni. Non è escluso l'annullamento dell'amichevole di sabato.

Enke, in corsa per un posto nella Germania che disputerà i prossimi Mondiali, aveva collezionato otto presenze con la nazionale tedesca e sembrava essersi ripreso dopo anni di battaglie e problemi personali, dalla morte della figlia di appena due anni causata da un problema cardiaco a un disturbo alimentare che lo aveva tormentato nel 2006. Dopo aver giocato con il Borussia Moenchengladbach, Enke aveva vestito le maglie di Benfica, Barcellona (che ieri sera ha fatto osservare un minuto di silenzio prima della partita di Coppa del Re) e Tenerife prima di tornare in Bundesliga.

FIGURACCIA REAL: ELIMINATO DA UNA SQUADRA DI C

La corazzata dei neogalacticos del Real Madrid, costruita con una pioggia di milioni sul mercato europeo l'estate scorsa dal presidente Florentino Perez, è affondata ieri sera in Coppa del Re al Santiago Bernabeu davanti al modesto Alcorcon, una squadra della periferia della capitale che milita in serie C. Come scrive il sito i "merengue", senza Cristiano Ronaldo, sempre infortunato, ma con Kaka, Higuain, Albiol, Raul e le altre star, non sono riusciti a rimontare lo 0-4 subito all'andata degli ottavi, due settimane fa, mettendo a segno in 90 minuti, sotto i fischi del proprio pubblico, solo un gol (Van der Vaart al 35' del secondo tempo). Nella seconda metà soprattutto, dopo un primo tempo opaco, i blancos si sono gettati all' arrembaggio della porta dell' Alcorcon senza riuscire a scardinare la difesa dei modesti avversari, colpendo però tre pali. La stampa spagnola, che dopo lo 0-4 dell'andata aveva parlato di «ridicolo storico», usa anche questa volta parole di fuoco con i madridisti. «Il Bernabeu si vergogna», evidenzia l'edizione on line di Marca, «Il triplete affonda», ironizza Mundo Deportivo (alludendo alle speranze di Florentino Perez di riuscire nella tripletta Champions -Liga-Coppa come il Barcellona), mentre As titola «Il ridicolo è completo». La panchina dell'allenatore cileno Manuel Pellegrini sembra di nuovo a rischio. Lo stadio Santiago Bernabeu - 80mila spettatori erano venuti a sostenere la squadra - lo ha fischiato e ci sono stati cori 'Pellegrini dimettitì. Ma il general manager Manuel Valdano dopo la partita ha detto che la società ha nell'allenatore «fiducia totale».

LIPPI A STRISCIA: "CASSANO? MIO FIGLIO HA VISO GONFIO..."

Ecco perché Lippi non chiama Cassano: dopo l'uscita di Garrone su una presunta brutta storia con immediata smentita e retromarcia, della mancata convocazione dell'attaccante Samp da parte del ct si occupa anche 'Striscia la Notizia' (guarda il video allegato), il programma satirico di Canale 5. Striscia rispolverando un gossip già raccontato, cita un «un addetto ai lavori, che chiede di rimanere anonimo, che racconta come dietro la mancata convocazione di Cassano si nasconderebbe un litigio violento tra il calciatore e il figlio dell'allenatore azzurro, Davide Lippi». Secondo quanto dichiarato dall'anonimo testimone «la lite, sfociata in rissa, avrebbe avuto luogo pochi mesi fa in una discoteca in Versilia davanti a diverse persone».

E LIPPI RISPONDE «Striscia la notizia? Mio ha una guancia gonfia così per quel pugno...». Così Marcello Lippi, ct della Nazionale di calcio azzurro in ritiro alla Borghesiana ha voluto sdrammatizzare il servizio trasmesso ieri dal tg satirico di Canale 5 nel quale un sedicente dirigente del calcio rimasto anonimo, con il volto oscurato e la voce alterata, ha raccontato che secondo sue testimonianze alla base della mancata convocazione di Antonio Cassano ci sarebbe una lite con rissa tra l'attaccante della Sampdoria e Davide Lippi, figlio del Ct e procuratore di calciatori. Al di la della battuta sugli effetti del fantomatico pugno al figlio, Lippi non ha ovviamente gradito né il contenuto, né il contesto, rigorosamente anonimo. «Cassano querela? Non lo so, non mi riguarda», ha detto Lippi scuotendo la testa in segno di dissenso sulla trasmissione, prima di congedarsi con i cronisti. Ma il servizio di Striscia non ha di certo tolto il buon umore a Lippi, che con i giornalisti ha scherzato su un altro argomento. «Ma a nessuno di voi è venuto il dubbio che io ieri abbia chiamato Buffon un 'carrarino' scolpito nel marmo e non un canarino?», ha scherzato il ct, riferendosi alla definizione data al portiere azzurro con riferimento alla sua indistruttibilità e fraintesa dai media.

MILAN E JUVE, SI SFIDANO PER IL CARTELLINO DI DZEKO

Fallito la scorsa estate, il colpo Dzeko potrebbe andare in porto nel prossimo mercato estivo. L'attaccante del Wolfsburg continua infatti a mandare segnali ai rossoneri e, in un'intervista rilasciata al sito della Uefa, non ha nascosto il suo desiderio di trasferirsi a Milano: "Il Milan - ha detto il bosniaco è il mio sogno. Da sempre il mio obiettivo è stato quello di giocare in un grande club".

LA JUVE - La Juve, secondo Tutto Sport, ha ricevuto segnali ine­quivocabili da parte dell’entourage di Edin Dzeko: il bomber a fine stagione lascerà il Wolfsburg, se ne può parlare. Per la verità il diretto interessato sembra attratto so­prattutto dal polo rossonero, come ha ribadito proprio ieri in un’intervista pubblicata dal sito da Fifa.com («Voglio giocare nel Milan» la sintesi del suo pensiero), ma i gusti dei calciatori sono soggetti a repentini cambiamenti e non da oggi. C’è da capirli: con le cifre che circolano, la flessibilità è scontata. Alla Juve i segnali, dato curioso, sono arrivati da due diverse direzioni. Un noto mediatore internazionale si è recato tre settimane fa a Torino per caldeggiare questa operazione. Un incontro interlocutorio, perché alla Juve hanno preso atto, senza sbilanciarsi. E ancora più “coperto” lo stato maggiore bianconero è stato con un agente italiano, che ha fatto presente di avere una corsia preferenziale per arrivare a Dzeko. Intendiamoci, nessuno fermo diniego. Ma l’invito a ripassare più avanti. Nel frattempo si tie­ne d’occhio la situazione di Giampaolo Pazzini, un altro pronto al grande salto.

DE LAURENTIIS PUNTA IN ALTO E MIRA A GIUSEPPE ROSSI

Potrebbe essere Giuseppe Rossi il prossimo grande colpo a sorpresa del Presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis. Dopo l'incerto avvio di stagione gli azzurri, rigenerati dalla cura-Mazzarri, ora puntano senza nascondersi ad un posto nell'Europa che conta. A tre punti dal quarto posto, addirittura a solo sei lunghezze dalla Juventus seconda e aspettando la Lazio in crisi tra due settimane al San Paolo, il massimo dirigente del Napoli lavora a fari spenti sulla squadra (e sulla Società che verrà). Non rinforzi di secondo livello ma nomi che possano far fare l'ennesimo salto di qualità agli azzurri. In cima alla lista dei desideri di De Laurentiis ci sarebbe l'italo-americano ora in forza al Villarreal. Una stagione difficile per Rossi che stenta a rientrare in forma ma che nelle ultime due uscite degli spagnoli a ripreso a segnare con continuità. L'attaccante nel giro anche della Nazionale di Marcello Lippi sarebbe stato contattato già questa estate direttamente dallo staff del Presidente che voleva sondare il terreno e la possibile richiesta economica della Società del "Sottomarino" giallo. Erano i giorni caldi delle liti con Lavezzi e con i suoi procuratori quando l'argentino sembrava ad un passo dal trasferimento al Liverpool e tramite una lettera al Napoli faceva presente le sue nuove richieste economiche... Tutto poi si mise a tacere fino a poche settimane fa quando un passaporto smarrito fece saltare i nervi sia a De Laurentiis che a Mazzarri. La ripresa del Napoli ha, per il momento, azzerato possibilità di cessioni ma nelle mire del Presidente rimane sempre quel Giuseppe Rossi che con 20/25 milioni di euro si potrebbe strappare (magari a giugno) al Villarreal. Guarda caso la stessa cifra offerta dal Liverpool per Lavezzi...

LIPPI PERDE LA PAZIENZA SU CASSANO "NON LO CONVOCO? CHIEDETE A GARRONE"

Antonio Cassano non c'è, ma ancora una volta il suo nome aleggia sul ritiro della Nazionale di Marcello Lippi. «Qual è la brutta storia alla sua mancata convocazione? Non lo dovete chiedere a me ma a Garrone. Ma mi pare che un'ora dopo averlo detto, il presidente della Samp aveva già smentito, ha detto rispondendo a una specifica domanda Lippi, che per un attimo si è anche spazientito all'insistenza del cronista sull'argomento (»lei evidentemente stamattina non ha lavato bene le orecchie«). Poi il ct azzurro ha indirettamente chiamato a suo supporto anche Enzo Bearzot. »Lo sento spesso - ha raccontato - mi fa piacere che dica cose in perfetta sintonia con il mio modo di pensare. L'ultima è che un ct non deve spiegare le sue scelte«.

LIPPI ELOGIA I GIOVANI: "MA QUALI BAMBOCCIONI... Ma quali bamboccioni. A difesa dei giovani italiani, e non solo quelli in odore di Nazionale, interviene il ct azzurro Marcello Lippi. «È esagerato - dice dal ritiro della Borghesiana - quando sento parlare di giovani immaturi. A me piacciono molto. Non possiamo pretendere che un ventenne oggi sia uguale a un ragazzo di trent'anni fa: sono figli dei tempi, e anche se non hanno grandi esempi li trovo intelligenti, maturi, e pieni di passione». La polemica era scoppiata due settimane fa, quando Mourinho aveva parlato di una generazione di calciatori non pronta, e a lui si erano accodati altri allenatori di serie A. Discorso che riguardava Balotelli e Santon, unici due italiani in lizza per una maglia da titolare nell'Inter e ora per diversi motivi lontani dalla possibilità di un posto in squadra. «Mi dispiace per Santon - ha detto Lippi - gioca poco, e per sperare di arrivare al Mondiale deve giocare un pò di più. Sulla maturità di Balotelli non metto bocca: dico solo che tutte le volte che lo vedo entrare in campo, fa cose importanti».

LA FEBBRE METTE IN DUBIO BUFFON Dubbio Gigi Buffon per la nazionale di Lippi per il doppio impegno in azzurro contro Olanda e Svezia. Il portiere della Juve non si presenterà oggi al raduno della Borghesiana perchè ha la febbre. Lo staff medico azzurro è stato avvertito in mattinata dal club bianconero, in attesa di ricevere aggiornamenti sulle condizioni del giocatore, che per ora ritarda il suo arrivo.

DE ROSSI, OPERAZIONE OK

L'intervento allo zigomo, a cui si è sottoporto Daniele De Rossi per la frattura riportata ieri durante la gara con l'Inter, è perfettamente riuscito. Lo rende noto la Roma che con un comunicato ufficiale spiega come «nel pomeriggio di oggi il calciatore è stato sottoposto presso il Policlinico Universitario Agostino Gemelli ad intervento chirurgico di riduzione della frattura scomposta dell'arcata zigomatica di destra». «L'intervento, eseguito dal Direttore della Clinica Otorinolaringoiatrica Prof. Gaetano Paludetti - continua la nota -, coadiuvato dal Direttore dell'Unità Operativa di Chirurgia Maxilofacciale Prof. Sandro Pelo ed alla presenza del medico sociale Dott. Luca Pengue, è perfettamente riuscito ed il decorso postoperatorio sta avendo luogo regolarmente». Sui tempi di recupero del giocatore non sono state fatte previsioni, ma sembra che De Rossi possa tornare a disposizione di Ranieri, se non ci saranno complicazioni, tra due settimane.

QUAGLIARELLA SI SCUSA: "NON CE L'HO CON MAZZARRI"

«Sono sereno, sto recuperando la forma migliore e non esiste alcun problema con i compagni e l'allenatore». Fabio Quagliarella, attraverso il sito ufficiale del Napoli, tiene a puntualizzare il suo pensiero dopo il match di Catania. Secondo l'attaccante «non esiste nessun caso Quagliarella». «Mi dispiace se ho reagito così, ma la mia è stata una reazione istintiva legata al fatto che stavamo soffrendo in campo. Imprecavo contro me stesso, perché mi sentivo bene fisicamente, ma non riuscivo a trovare lo spunto giusto. Avrei voluto spaccare il mondo perché sono finalmente in buona condizione e sentivo di poter dare il massimo fino alla fine. Io son fatto così, sono spontaneo, ho un carattere sensibile e borbotto tra me e me, perché sono un emotivo. Ma la mia imprecazione era solo rivolta al contesto della partita e non ce l'avevo assolutamente nè con l'allenatore e neppure con i miei compagni. Ho uno splendido rapporto con tutti e tengo in maniera viscerale alla maglia azzurra», ha detto il bomber azzurro. Si parla tanto di schemi adatti e del suo ruolo... «Voglio sottolineare che ho giocato ben 2 anni ad Udine da primo attaccante ed anche per un periodo alla Sampdoria. Non c'entra niente il modulo o la mia posizione in campo. Posso giocare sia da prima che da seconda punta e mi trovo bene in entrambi i ruoli - ha ripreso il calciatore nativo di Castellammare di Stabia -. È chiaro che quando la squadra gira bene ne traggono giovamento anche gli attaccanti e quando, invece, si fa fatica anche per noi lì davanti diventa dura. Tutto qui. Sinora pur non essendo al top ho segnato gol importanti ed ho contribuito alla causa della squadra. Sono sereno e ripeto, ciò che conta è che mi sento finalmente bene fisicamente». Ovviamente, non poteva mancare un passaggio sulla mancata convocazione in Nazionale. Quagliarella, alla domanda se è deluso dalla non convocazione ha risposto: «No. Credo che Lippi stia chiamando anche altri giocatori e stia facendo ruotare alcuni elementi. Io mi sento parte integrante del gruppo dell'Italia e so che se faccio bene con il Napoli riuscirò a ritagliarmi un posto ai Mondiali».

Nessun caso Quagliarella”. Il coro è all’unisono e vede tutti d’accordo, dal presidente Aurelio De Laurentiis all’allenatore Walter Mazzarri fino al ds Riccardo Bigon: “E’ solo un momento no, ma passerà presto”. Fatto sta che Quagliarella non è stato convocato in Nazionale dal cittì Lippi. Chissà come la prenderà Fabio. Tutto il Napoli allora fa quadrato attorno al suo gioiello più pregiato, quel Fabio Quagliarella pagato più di Maradona, ma che a oggi non è riuscito a dare ancora il meglio, vuoi per gli infortuni patiti, aggiungi per il modulo che non aiuta le sue caratteristiche tecniche. Il problema però va oltre il tatticismo è sfociare nell’aspetto personale, perché il Quagliarella furioso di Catania dopo la sostituzione e nervoso in campo per tutta la partita non è un caso, ma fa certamente discutere. Come fa riflettere il labiale dell’attaccante del Napoli espresso davanti alle telecamere in perfetto slang napoletano, da cui si comprende perfettamente il disagio per le poche palle “pulite” ricevute dai compagni nel corso della gara di Catania.
A difesa di Fabio è sceso subito in campo il sanguigno patron De Laurentiis: “Si è comportato da giocatore, non è un filosofo. Se lui è un giocatore e non un filosofo, se lui è un giocatore e non un professore, se lui è un giocatore e non un prete, perché dovrebbe comportarsi in maniera diversa? Io da giocatore avrei avuto la stessa identica reazione: è umana e normale”.
Walter Mazzarri motiva così la sostituzione e il poco rifornimento di palloni da parte dei compagni: “Il giocatore ha detto solo che per trovare la condizione voleva restare in campo ma gli ho risposto ch emancavano solo sei minuti. I palloni giocabili arriveranno presto, quando Fabio sarà al top della condizione”.
Il direttore sportivo Riccardo Bigon chiude definitivamente il presunto caso Quagliarella: “E’ normale che lui voglia restare in campo il più possibile anche per riprendere la condizione migliore in chiave Nazionale. Il suo valore è indiscutibile e non si decide in una-due partite: il suo rapporto con Lippi è più che solido”. Ma Fabio in Nazionale non ci sarà, almeno per il momento. Intanto, però, ci va un altro azzurro, Cristian Maggio.

LA FURIA DI ZAMPARINI: "LE SCONFITTE? COLPA DI ZENGA"

Dopo i sorrisi e le soddisfazioni, arriva l'amarezza della brutta sconfitta con il Bologna fuori casa a fare infuriare il presidente del Palermo, Maurizio Zamparini. «Non ho dormito tutta la notte - ha detto -. Questa situazione mi ha fatto riflettere e ponderare per molte ore: ho discusso molto con la dirigenza, con i miei collaboratori, e non mi sono dato un perchè». Uno dei motivi sono gli errori del tecnico Walter Zenga, secondo il patron «Zenga non lo esonero, ma ieri ha sbagliato, se abbiamo perso, la colpa è anche sua - ha spiegato -. Ha sbagliato non mettendo Pastore dietro le punte, lui invece lo ha messo a sinistra, ha sbagliato anche perchè non ha tolto Budan al termine del primo tempo, il croato non è ancora in condizione». «Se la difesa prende gol da bambini dell'asilo la colpa è sua, sicuramente non può essere mia - ha detto -. È lui che allena la squadra, e lui deve farci uscire da questo periodaccio. Nelle ultime partite abbiamo ottenuto poco, la matematica ci dice che stiamo facendo male nelle ultime giornate e quindi bisogna uscirne al più presto. Non riesco a capire neanche io perchè non facciamo il salto di qualità, ma una spiegazione sicuramente ci sarà».

NON C'È PACE IN CASA LAZIO: ECCO I CASI FOGGIA E ZARATE

Nuova patata bollente in casa Lazio. Ad aggiungere malcontento, in una situazione già poco piacevole per una squadra in piena crisi, è il procuratore di Pasquale Foggia, Tiberio Cavalleri, che a Sky Sport ha parlato della delusione manifestata dal proprio assistito per lo scarso impiego da parte dell'allenatore Ballardini. «Sicuramente non è contento di questa situazione - ha spiegato -. In generale quando le cose non vanno bene in una società è chiaro che ci siano dei malumori per chi gioca poco o per chi pensa, come Pasquale, di voler sempre giocare». L'agente di Foggia ipotizza anche una possibile partenza del giocatore, ma esclude che possa avvenire in questa stagione. «Che si possa arrivare ad una separazione nel mese di gennaio mi sembra difficile, a parte il fatto che bisognerebbe chiedere anche il parere della Lazio - ha aggiunto -. Vediamo l'evoluzione, ma penso che per questa stagione la cosa non si presenterà in questi termini. Certo, se dovesse continuare un periodo di scarso impiego, il giocatore già altre volte ha scelto di andare in squadre minori o meno importanti della Lazio pur di giocare, perché vuole giocare sempre».

ZARATE SCONTENTO «Quando lo scorso anno abbiamo parlato con Lotito, ci ha assicurato di voler costruire una squadra in grado di arrivare in Champions League, ma alla fine non ha fatto nulla per migliorarla: Pandev e Ledesma non giocano, altri calciatori sono andati via ed inoltre non sono arrivati elementi in grado di rinforzare la rosa. Ad ogni modo, lui non ha alcun problema coi compagni di squadra e con la gente: ama la città di Roma e la gente Laziale ed è contento di essere qui». Queste le parole di Sergio Zarate, procuratore e fratello dell'attaccante della Lazio, Mauro, ai microfoni di Radio Sei, sul cattivo momento della squadra biancoceleste e sulla possibilità che l'argentino possa lasciare la Lazio. «Non pensa di andare via, ma solo alla Lazio ed alla sua voglia di fare bene con questa maglia. Quando ha firmato il contratto di 5 anni con la società era entusiasta della scelta fatta. Adesso vedremo se ci saranno le basi per proseguire tale rapporto anche nei prossimi anni - ha aggiunto - a tempo debito valuteremo la situazione del club e le offerte che giungeranno al presidente. Voglio ribadire ancora una volta che Mauro sta bene a Roma e non ha alcuna intenzione di muoversi».

lunedì 9 novembre 2009

Lione-Marsiglia, pazzo 5-5

La Francia è la patria dello Champagne. Lione e Marsiglia, avversarie di Fiorentina e Milan in Champions League, lo hanno dimostrato stasera nella declinazione calcistica con una partita infinita, imprevedibile: dieci gol e un finale da urlo.

scintille — In campo, sia Deschamps che Puel optano per il tridente. Le prime scintille dopo 3’, con il primo gol del Lione. Lopez si inventa un assist per Pjanic che sfonda in area e al volo spara in rete. Rete rabbiosa, come il pareggio di Diawara al 12’, di testa su corner. Uno schiaffo che Govou restituisce dopo 2’ con una discesa irresistibile alla Messi da centrocampo. Incantevole il tiro di sinistro all’incrocio lontano. Ma sul gol, c’è l’impronta di Lopez che porta via i due centrali con un movimento a tagliare astuto. Poi è il Marsiglia ad occupare il campo. Il 2-2 arriva al 44’: fucilata di Cheyrou dai 30 metri. Gran gol.

tappeto — Il Marsiglia preme sull’acceleratore nella ripresa. Al 2’ va avanti con Koné, servito da Abriel. Il Lione barcolla e va giù di nuovo al 34’. Tocca a Brandao che su corner da destra anticipa Bastos sul primo palo. Sembra fatta. Ma non per Lopez, onnipresente sul fronte offensivo e che al 36’ riduce lo svantaggio, bruciando il disastroso Hilton e battendo Lloris con un bel tocco da sotto. Al 39’, l’arbitro fischia un rigore severo a Heinze e l’attaccante argentino sigla il 4-4. Finita? No. Il Lione ci crede e al 44’ Lopez sblocca un’azione velenosa. La manovra passa per Gomis e Pjanic che serve Bastos a destra e il brasiliano fa cinquina. Deschamps ordina ai suoi di buttarsi avanti e al 93’, da una mischia in area Niang provoca l’autogol di Toulalan. Fa 5-5. Un punto a testa. Giusto così. E il Bordeaux ringrazia. La squadra di Blanc, avversaria della Juventus in Champions, resta al primo posto nonostante la sconfitta a Lille (2-0).

Ronaldo e Adriano show

Una magia con l’inconfondibile sigillo del Fenomeno, e la 22ª perla stagionale di Ronaldo è coincisa con una nuova vittoria del Corinthians, che ha superato il Santo André tra le mura amiche del Pacaembù. Oltre al gol personale, anche un assist a beneficio del compagno Dentinho per il definitivo 2-0. Puntuale anche il gol di Adriano, che ha raggiungnto la vetta temporanea della classifica marcatori, con 18 reti, in coabitazione con Diego Tardelli, a secco nello scontro diretto che ha visto prevalere la squadra dell’Imperatore. Il colpo di testa vincente di Adriano è valso il 3-1 definitivo con cui il Flamengo ha espugnato il campo dell’Atletico Mineiro, superandolo in classifica e portandosi al 3° posto, a due sole lunghezze dal San Paolo capolista quando mancano 5 giornate al termine.

PIU’ QUALITA’ CHE QUANTITA’Poche giocate ma buone, anzi buonissime. Il Fenomeno si fa vedere solo a sprazzi, ma le volte in cui l’azione offensiva si sviluppa attraverso i suoi piedi il Corinthians si rende spesso pericoloso, e la splendida invenzione al 36’ ha l’effetto di risvegliare il pubblico del Pacaembù, intorpidito da un asfissiante calore (ben oltre i 30°). Accenno di “bicicletta” dal limite dell’area a disorientare il diretto marcatore e botta di sinistro che accarezza la parte inferiore della traversa e trafigge il portiere avversario Neneca, inesorabile spettatore della magia che porta in vantaggio i padroni di casa. E’ sempre Ronaldo a dare il via all’azione che, al 76’, chiude l’incontro, offrendo un perfetto assist alla giovane stella Dentinho dopo un pregevole controllo di petto. Poche le emozioni nell’arco dei novanta minuti, e il Fenomeno fa la sua terza apparizione in zona gol all’86’, ma Neneca è pronto nel chiudergli lo specchio della porta al momento della conclusione.

OBIETTIVO STORICO. A distanza di una settimana dall’ultimo gol, Adriano timbra regolarmente il cartellino e aumenta le chance di realizzare il sogno dichiarato in settimana: consacrarsi capocannoniere con la maglia della propria squadra del cuore, il Flamengo. Il colpo di testa a centro area che all’83’ ha fissato il punteggio sul 3-1 in favore degli ospiti sull’Atletico Mineiro, è valsa anche la simbolica vittoria personale dell’Imperatore nel confronto diretto con l’altro bomber del torneo, Diego Tardelli, concorrente anche nella corsa per la convocazione ai prossimi Mondiali. E’ da 27 anni (l'ultimo fu Zico) che un attaccante del Flamengo non si laurea capocannoniere, e “questa è una grande occasione per entrare ancor di più nella storia del club”, ha detto Adriano in settimana.

Il blob della settimana botte e risposte

Se qualcuno va a casa soddisfatto è perché non ha grande amor proprio né grande ambizione.
Josè Mourinho – Gazzetta.it

Mourinho è grandioso perché la gira e la rivolta come vuole lui.
Claudio Ranieri – Gazzetta.it

Lui piange sempre ed è super felice per un pareggio.
Josè Mourinho - Gazzetta.it

Il ritiro non serve a gnemte!
Claudio Ranieri – Forzaroma.info

E’ sempre stata la mia definizione: che cos’è un buon allenateur? Un buon allenateur è un allenateur con buoni giocateur.
Michel Platini - Controcampo

Dopo.
Alessio Secco, in tribuna allo stadio di Bergamo, rifiuta il "cinque" di Jean-Claude Blanc sul quarto gol della Juve - Fox Sports

Mi telefonò prima di partire e la cosa mi fece molto piacere, spiegandomi che aveva deciso così perché non avevo più giocato. Gli dissi grazie e mi misi a fare il tifoso.
Antonio Cassano su Lippi prima di Germania 2006 - La Gazzetta dello Sport

Ti attaccano subito un'etichetta, per pulirtela ci vuole tempo. Questo è un fatto che fa parte della vita sociale, non solo del calcio.
Gigi Del Neri – Radio Anch’io Sport

"Blanc ha detto che rivuole indietro i due scudetti, che il prossimo sarà il trentesimo". "Tipico francese…".
Bruno Longhi e Michel Platini – Controcampo

Non l'abbiamo neanche festeggiato. Potevano non assegnarlo. In ogni caso alla Juve quello scudetto non potevano darlo. Il prossimo non può essere quindi il 30°. Da interista ce lo teniamo perché negli anni ce lo siamo meritato. Non ce l'avessero dato, non sarebbe cambiato nulla. Non poteva andare nè alla Juve, nè al Milan. C'era un accordo, nella migliore delle ipotesi tacito, per aggiustare il campionato. E in questo accordo ahimè c'entrava anche il Milan.
Ignazio La Russa – la Repubblica

Nel finale vibranti proteste dalla panchina livornese all’indirizzo di Bergonzi, che secondo i dissidenti avrebbe sorvolato su almeno 4 falli.
Ugo Russo, radiocronaca di Livorno-Atalanta – Tutto il calcio minuto per minuto

Chiedo scusa se sentirete alcuni colpi di tosse, ma c’è un signore nella fila qua davanti con il sigaro che ci sta asfissiando, a me e al tecnico Michele Bernacci. E’ davvero difficile, certe cose non andrebbero dette…
Problemi tecnici-2: Giuseppe Bisantis, radiocronaca di Palermo-Genoa – RadioUno
Se mi dà un numero la chiamo da un fisso.
Problemi tecnici-3: Aurelio De Laurentiis, in collegamento telefonico – Radio Anch’io Sport

Ammonire o espulger…eeehm…mandare via dal campo.
Problemi tecnici-4: Mario Mattioli, giornalista – 90° Minuto Serie B

Parlavo con il mio gruppo di lavoro e gli dicevo: “Guardate che secondo me dovete contattare Mazzarri. Guardate che bisogna prendere Mazzarri per il prossimo anno”. A un certo punto Mazzarri è stato contattato, contrattato, ma ha dato qualche problema per l’accordo. Io non c’ero, lui mi dà un’altra versione dei fatti.
Aurelio De Laurentiis – Radio Anch’io Sport

Papà mi ha dato una pillola e l’ho mandata giù: non mi sono sentito così diverso, solo un po’ più vigile. Mio fratello Philip mi aveva avvertito: “La prossima volta che papà ti dà delle pillole, non prenderle”. E, ai campionati nazionali di Chicago, avvenne esattamente questo.
Andre Agassi, anno 1985 - Open

"Cosmi ha detto che la sua squadra a Bari ha attaccato in maniera effemminata". "Politicamente scorrettissimo… Se lo vedo gli do un calcio negli stinchi!".
Massimo De Luca e Evelina Christillin – La Domenica Sportiva

La mia cellulite e le mie rughe diventano sempre più visibili, però tutto questo mi stimola a non badare ai pregiudizi.
Susana Werner, moglie di Julio Cesar - Sport

Le trovo poco femminili.
Filippo Volandri sulle giocatrici di tennis – La Gazzetta dello Sport

Mi hanno sempre insegnato che il lavoro paga, che se lavori prima o poi arrivano anche i risultati. Mi hanno sempre insegnato di stare lì, pronta a prendere e sfruttare qualsiasi errore. Le cose nella vita girano sempre per molti versi, devi solo aspettare il tuo turno.
Flavia Pennetta – Gazzetta.it

"Nel 1972, io, mio padre, mia madre e mio fratello Alberto ce ne andammo fino a Bruxelles, con una Giulia rossa, a tifare l’Urss per una finale degli Europei". "E come andò a finire?". "La cronaca essenziale? C’erano 50 mila tedeschi, duecento russi infreddoliti, e noi quattro con la bandiera rossa e la falce e martello: ti dico solo che finì tre a zero".
Gene Gnocchi – Panorama First

C'è una differenza di altitudine tra le due città che potrebbe essere dannosa per la nostra prestazione, due giorni a Dresda non basterebbero per ambientarci.
La storica giustificazione che diede Wilhelm Neudecker, presidente del Bayern Monaco di Beckenbauer, quando prima del ritorno degli ottavi di Coppa dei Campioni '73 Dynamo Dresda (Germania Est)-Bayern Monaco (Germania Ovest), decise di far dormire il Bayern la sera prima della partita a Hof, confine Ovest, piuttosto che a Dresda. Altitudine media di Dresda: 112 metri. Altitudine media di Monaco di Baviera: 529 metri - il Manifesto

Il Chelsea affonda il Man Utd finisce 1-0

Decide John Terry. Un capitano con la "C" maiuscola, uno a cui la personalità non manca di sicuro. E' il difensore centrale del Chelsea a risolvere la sfida col Manchester Utd, big match della 12ª giornata di Premier League. E' lui a mettere la testa sul pallone calciato da Lampard, sebbene ci sia una leggera deviazione aggiuntiva di Anelka, a cui verrà attribuito il gol. E' Terry a far esplodere Stamford Bridge nella settimana in cui suo padre Ted si rende protagonista di un caso di cronaca nera (presunto spaccio di droga) che finisce sui tabloid. E' lui a castigare quel Manchester Utd che nel maggio 2008 vinse la Champions League soltanto per un suo scivolone sul dischetto, al momento di calciare il penalty che avrebbe consegnato la coppa ai Blues. Diventando così, come ironizzano i tifosi avversari in Inghilterra, "il primo giocatore a voler calciare un rigore in tackle"...

allungo blues — Che rivincita per John Terry e che colpo per Carlo Ancelotti, capace di confermare il successo sui Red Devils nel Community Shield di inizio stagione. E di allungare la striscia positiva del Chelsea in casa proprio nel giorno più importante, quello che vale la prima mini-fuga in campionato. Ora, infatti, i Blues hanno 5 punti di vantaggio sulla coppia formata dallo United e dall'Arsenal. I Gunners, però, sono potenzialmente a -2, perché devono recuperare una partita.

i veri favoriti — Più del risultato di oggi, però, conta l'impressione destata dalle due corazzate più accreditate per il trionfo finale. Al termine di una partita intensa ma non bellissima, il Chelsea ribadisce ancora una volta il ruolo di squadra favorita. Lo fa in virtù di un organico di qualità e profondità superiore rispetto al Man Utd, cui non bastano cuore, volontà e organizzazione di gioco per sopperire alla partenza di un fuoriclasse come Cristiano Ronaldo.

assenze per ferguson — Sapendo di dover rinunciare agli infortunati Ferdinand e Berbatov e di aver recuperato l'acciaccato Vidic solo per la panchina, a sir Alex Ferguson non resta che abbandonare Rooney al suo destino là davanti, imbottendo la squadra di centrocampisti per proteggere una difesa improvvisata. Dal canto suo, Ancelotti vuole attaccare Evans e Brown con ogni mezzo, dunque inserisce Deco alle spalle delle punte Anelka e Drogba. Il copione del primo tempo, con queste premesse, è scontato: i Blues provano a far gioco, lo United tenta di ripartire velocemente e di supportare Rooney con le avanzate di Giggs e Valencia. Poche le occasioni da annotare sul taccuino prima dell'intervallo: una bella parata in tuffo di Van der Sar su Anelka, due tiri insidiosi di Ivanovic e Rooney.

rooney troppo solo — Più spettacolare la ripresa, perché il Manchester Utd comincia a credere di poter vincere e si scopre un pochino, trascinato da un Rooney tanto meraviglioso quanto mal assistito. Alla fine, per il neo-papà Wayne si conteranno almeno quattro conclusioni pericolose, due delle quali scoccate nel vano tentativo di rimontare la rete londinese. Gol che arriva a un quarto d'ora dalla fine e costringe Ferguson a gettare nella mischia anche il giovane Obertan (intraprendente) e Owen. Mossa che serve soltanto per l'assalto finale, generoso ma improduttivo. Non è il giorno dei Diavoli: è la domenica del Chelsea, è la domenica di Terry e Anelka.

Benitez non può più fallire e punta su Aquilani

“La sconfitta non è un’opzione”: così recita lo slogan di presentazione del Monday Night fra Liverpool e Birmingham, che chiude la dodicesima di Premier League. Uno slogan che Rafa Benitez ha fatto proprio, decidendo di rischiare Steven Gerrard e Fernando Torres, malgrado i due non se la passino proprio benissimo di questi tempi per via di un problema all’inguine (il capitano) e di una dolorosa ernia (l’attaccante) e a dispetto della richiesta fatta dallo stesso tecnico spagnolo a Fabio Capello di non convocare Gerrard per l’amichevole contro il Brasile in Qatar e del consiglio che i medici di Valencia hanno dato a Torres di riposare almeno tre settimane se vuole evitare di finire sotto i ferri.
UNA DECISIONE PER LA SQUADRA — Ma Benitez sa che questa sera ad Anfield i Reds non possono (ancora) fallire e così deve giocoforza rischiare il tutto per tutto, compreso schierare i due acciaccati di lusso. “Gerrard ha perso un po’ di condizione – ha spiegato l’allenatore alla vigilia della gara contro Birmingham – perché sono 15 giorni che si allena con i fisioterapisti e, quindi, devo ancora decidere se farlo giocare dall’inizio o farlo partire dalla panchina. Quanto a Torres, sappiamo la sua situazione e quello che gli ha detto il medico spagnolo, ma non è che deve riposare stando a letto. Sta lavorando con i fisioterapisti e si sente meglio rispetto a prima. La nostra priorità è fare la cosa giusta per la squadra senza giocare con la salute dei giocatori”.

AQUILANI DEBUTTA DAL PRIMO MINUTO — E a proposito di giocatori Reds, la buona notizia in questo caso dovrebbe riguardare Alberto Aquilani, che il “Sun” dà per titolare quasi certo, tre mesi dopo essere sbarcato nel Merseyside ed essere rimasto fermo per un problema alla caviglia che si è portato appresso da Roma. “Potrebbe essere finalmente arrivato il momento di Aquilani – ha detto Benitez – perché anche se non ha ancora tutta la partita nelle gambe, il solo modo che ha per migliorare è quello di giocare. Potrei farlo partire dall’inizio o portarlo in panchina, ma quello che è certo è che Alberto sarà della partita”.

BENITEZ RESTA OTTIMISTA — Altra certezza di Benitez è che l’attuale situazione di classifica del Liverpool (a -12 dal Chelsea capolista, ma con una partita in meno) sia destinata a cambiare nel giro di pochissimo. “Non c’è una così grande differenza fra noi e le altre davanti – ha spiegato il tecnico spagnolo – e sono sicuro che in un paio di mesi al massimo e con un briciolo di fortuna in più, noi saremo in una posizione decisamente migliore e parleremo di ben altri traguardi. Adesso, però, dobbiamo pensare alla gara contro Birmingham, perchè vincere è fondamentale”. Già, del resto lo dice anche la pubblicità: la sconfitta non è un’opzione.

I Più e i Meno settimanali

Settimana sontuosa per le italiane in Europa. Inter, Fiorentina, Juventus e Milan hanno fatto tutte passi avanti verso la qualificazione agli ottavi di Champions. L'Inter frena in campionato. Fermata da una Roma incoraggiante per i suoi tifosi. Juve, Milan e Fiorentina accorciano così le distanze in classifica, che restano comunque importanti. Ecco le nomination degli Oscar di Gazzetta.it relative agli ultimi 7 giorni di pallone di casa nostra. Vota il sondaggio de i Più e i Meno della settimana.

I PIU' — La Juventus è la squadra della settimana. Conquista tre punti fondamentali contro il Maccabi Haifa, poi rifila cinque reti all'Atalanta e si rilancia in campionato, accorciando le distanze dall'Inter. La Fiorentina ipoteca il passaggio del turno in coppa battendo il Debrecen, poi passa a Udine. Il Milan pareggia con il Real Madrid, portando così via ai madrileni 4 punti in due gare, poi vince a Roma con la Lazio.

Sneijder è il giocatore della settimana. La prestazioni di Kiev contro la Dinamo è di quelle che fanno svoltare in positivo una stagione. Camoranesi segna in Champions e poi fa doppietta in campionato: valore aggiunto bianconero. Crespo segna in Europa League e ne mette dentro due contro il Siena. Solita garanzia sottoporta.

Gasperini fa punti e diverte con il suo Genoa arrembante. In settimana batte il Lilla e il Siena, segnando 7 reti. Bravo. Come Ventura e Ranieri. La classifica del Bari dice tutto, la prestazione della Roma contro l'Inter anche: la squadra giallorossa è in crescita.


i meno — La Lazio perde in casa con il Villarreal in Europa League e poi concede un bis non richiesto contro il Milan. La stagione, iniziata benissimo in Supercoppa, sta andando a sud. Male anche Sampdoria e Livorno. I blucerchiati perdono a Cagliari e si ritrovano solo due punti avanti ai sardi, in posizione nobile, ma non più miracolosa. Il Livorno perde a Bari: in 12 partite di campionato ha segnato solo 4 reti. Per la salvezza servono gol e punti, e alla svelta.

Quagliarella è il flop della settimana. Gioca male a Catania, viene sostituito nel finale e se la prende con Mazzarri. E non viene convocato da Lippi. Male Tavano e Balotelli. L'attaccante del Livorno fa cilecca, e la squadra toscana avrebbe tanto bisogno dei suoi gol. Balotelli è croce e delizia dei tifosi nerazzurri. Ieri ha steccato la partita, inserito nella ripresa, e Mourinho di fronte ai microfoni non ha fatto nulla per nasconderlo.

Zenga finisce dietro la lavagna. Il suo Palermo - reduce dalla sconfitta di Bologna - è 11° in classifica. Dietro a Parma, Cagliari e Bari. Un po' pochino per chi parlava di scudetto in prestagione, pur come ovvia provocazione. Male Ballardini, confermato fino a Napoli, e Marino. Non riescono a esprimere il potenziale delle loro squadre.

MONTOLIVO AL POSTO DI DE ROSSI

Marcello Lippi ha convocato in Nazionale Riccardo Montolivo, centrocampista della Fiorentina, al posto dell'infortunato Daniele De Rossi. Il centrocampista della Roma, dopo la frattura dello zigomo riportata ieri in uno scontro aereo con Vieira, dovrebbe stare fermo due settimane. Il centrocampista romano è già stato operato con successo, ma sarà comunque indisponibile per le due amichevoli dell'Italia contro Olanda e Svezia. Stamani il c.t. azzurro ha deciso di integrare la rosa richiamando Montolivo, la cui ultima apparizione in Nazionale risale alla Conferderations Cup del giugno scorso. Arriverà invece mercoledì, in ritardo di una giornata, Giuseppe Rossi, trattenuto in Spagna da un impegno del Villarreal.

GIORDANO SI OFFRE ALLA LAZIO: "PER ME SAREBBE STRAORDINARIO"

«Io sono un allenatore, nella Lazio sono stato 16 anni. Per me sarebbe straordinario, un sogno che si avvera anche se non c'è stato nessun contatto. Certo, se fossi chiamato risponderei sì». Lo ha detto a Calciomercato.it l'ex allenatore del Pisa, Bruno Giordano, indicato in questi giorni tra i possibili successori dell'attuale tecnico della Lazio, Davide Ballardini. In campionato i biancocelesti non vincono dal 30 agosto scorso e Giordano ha ribadito la sua disponibilità a rispondere ad una eventuale chiamata del presidente Claudio Lotito. L'ex bandiera biancoceleste condivide l'atteggiamento della società nei confronti di Ballardini. «Lotito sta prendendo le difese di Ballardini e secondo me fa bene -è il pensiero di Giordano-. In Italia purtroppo c'è abitudine che se le cose vanno male si indica l'allenatore come unico colpevole, e salta subito. Una società che difende l'allenatore fa il suo dovere, poi è chiaro che se i risultati continuano a non arrivare...».

TOTTI STA CON L'INTER: I FALLLI FANNO PARTE DEL GIOCO

Ci sono stati parecchi falli e alcuni abbastanza duri, ma questo fa parte del calcio. Sappiamo che quando giochiamo contro le grandi squadre può succedere di tutto”. E’ un Francesco Totti controcorrente quello che ai microfoni di Sky ha commentato le dichiarazioni del proprio tecnico Claudio Ranieri che al termine del match tra Inter e Roma aveva accusato i giocatori nerazurri di aver commesso falli duri e sistematici per fermare le azioni dei giallorossi. “L'Inter è una squadra, oltre che tecnica, abbastanza fisica, ha temperamento e forza“, ha aggiunto il capitano della Roma. Totti non crede che il pareggio di ieri abbia riaperto il campionato. “E’ sempre stato aperto, anche perchè ci sono ancora tantissime partite a disposizione – ha sottolineato il n.10 della Roma - anche se l'Inter avesse vinto contro di noi, penso che il campionato sarebbe comunque aperto. Siamo riusciti a fermare una delle pretendenti allo scudetto e siamo contenti della prestazione”.
Totti sta recuperando dall’infortunio al ginocchio e spera di rientrare dopo la sosta per le Nazionali. “Dovrei. Se tutto va bene sì”. Nonostante un inizio di campionato balbettante, la una classifica corta permette alla Roma di rimanere a sei punti e quindi a contatto dalla zona Champions: “L'importante è arrivare tra le prime quattro, è il nostro obiettivo di questo anno, quello che ci siamo posti – ha chiuso spiega Totti - purtroppo, ci sono sempre questi alti e bassi durante la stagione. Con il cambio dell'allenatore stiamo cercando di crescere poco alla volta e cercare di fare le cose che vuole il mister”.

LIPPI RICHIAMA PAZZINI E MAGGIO: PRIMA VOLTA PER BIONDINI E CANDREVA

Torna in azzurro Giampaolo Pazzini, centravanti della Samp, prima convocazione per Davide Biondini del Cagliari e Antonio Candreva del Livorno: sono le novità del gruppo di 25 azzurri chiamati da Marcello Lippi per i due test amichevoli dell'Italia, contro l'Olanda il 14 novembre a Pescara e contro la Svezia il 18 a Cesena.

Questa la lista dei 25 giocatori convocati dal ct azzurro Marcello Lippi per le amichevoli contro Olanda e Svezia. PORTIERI: Gigi Buffon (Juventus), Morgan De Sanctis (Napoli), Federico Marchetti (Cagliari). DIFENSORI: Fabio Cannavaro (Juventus), Giorgio Chiellini (Juventus), Domenico Criscito (Genoa), Mattia Cassani (Palermo), Salvatore Bocchetti (Genoa), Fabio Grosso (Juve), Nicola Legrottaglie (Juventus), Christian Maggio (Napoli), Gianluca Zambrotta (Milan). CENTROCAMPISTI: Davide Biondini (Cagliari), Mauro German Camoranesi (Juventus), Antonio Candreva (Livorno), Daniele De Rossi (Roma), Daniele Galloppa (Parma), Marco Marchionni (Fiorentina), Angelo Palombo (Sampdoria), Andrea Pirlo (Milan). ATTACCANTI: Antonio Di Natale (Udinese), Alberto Gilardino (Fiorentina), Raffaele Palladino (Genoa), Giampaolo Pazzini (Sampdoria) Giuseppe Rossi (Villarreal). Gli azzurri si raduneranno alla Borghesiana di Roma martedì entro le 12, nel pomeriggio primo allenamento.

SPALLETTI E MANCINI ORA PARLANO RUSSO...

Luciano Spalletti contro Roberto Mancini. Se in Italia le sfide tra Roma e Inter (allenate proprio dai due tecnici) hanno caratterizzato gli ultimi anni del nostro campionato, ora la sfida si potrebbe riproporre in Russia. Se Spalletti sembra infatti ad un passo dallo Zenit San Pietroburgo, l'ex-tecnico dell'Inter, fresco di rescissione con il club milanese, era a Mosca per assistere al big-match del campionato russo tra il Cska e il Rubin Kazan. I media locali ritengono che Mancini sia stato contattato dalla società della capitale, che ha recentemente esonerato Juande Ramos e ha affidato la squadra a Leonid Slutski, tecnico con modeste esperienze alla guida del Fc Mosca. A Mancini sarebbe stato offerto un contratto a partire dal gennaio 2010.

ANCHE DE LAURENTIS STA CON QUAGLIARELLA

Nessun caso Quagliarella”. Il coro è all’unisono e vede tutti d’accordo, dal presidente Aurelio De Laurentiis all’allenatore Walter Mazzarri fino al ds Riccardo Bigon: “E’ solo un momento no, ma passerà presto”. Fatto sta che Quagliarella non è stato convocato in Nazionale dal cittì Lippi. Chissà come la prenderà Fabio. Tutto il Napoli allora fa quadrato attorno al suo gioiello più pregiato, quel Fabio Quagliarella pagato più di Maradona, ma che a oggi non è riuscito a dare ancora il meglio, vuoi per gli infortuni patiti, aggiungi per il modulo che non aiuta le sue caratteristiche tecniche. Il problema però va oltre il tatticismo è sfociare nell’aspetto personale, perché il Quagliarella furioso di Catania dopo la sostituzione e nervoso in campo per tutta la partita non è un caso, ma fa certamente discutere. Come fa riflettere il labiale dell’attaccante del Napoli espresso davanti alle telecamere in perfetto slang napoletano, da cui si comprende perfettamente il disagio per le poche palle “pulite” ricevute dai compagni nel corso della gara di Catania.
A difesa di Fabio è sceso subito in campo il sanguigno patron De Laurentiis: “Si è comportato da giocatore, non è un filosofo. Se lui è un giocatore e non un filosofo, se lui è un giocatore e non un professore, se lui è un giocatore e non un prete, perché dovrebbe comportarsi in maniera diversa? Io da giocatore avrei avuto la stessa identica reazione: è umana e normale”.
Walter Mazzarri motiva così la sostituzione e il poco rifornimento di palloni da parte dei compagni: “Il giocatore ha detto solo che per trovare la condizione voleva restare in campo ma gli ho risposto ch emancavano solo sei minuti. I palloni giocabili arriveranno presto, quando Fabio sarà al top della condizione”.
Il direttore sportivo Riccardo Bigon chiude definitivamente il presunto caso Quagliarella: “E’ normale che lui voglia restare in campo il più possibile anche per riprendere la condizione migliore in chiave Nazionale. Il suo valore è indiscutibile e non si decide in una-due partite: il suo rapporto con Lippi è più che solido”. Ma Fabio in Nazionale non ci sarà, almeno per il momento. Intanto, però, ci va un altro azzurro, Cristian Maggio.

MORATTI ACCUSA RANIERI: "I FALLI? SFOGO STRANO"

«Non è un risultato pessimo, vista la partita. Credo ci sia stata un po' di stanchezza in tutte e due le squadre, non è stata una grande partita». Massimo Moratti commenta così il pareggio dell'Inter contro la Roma, che riapre di fatto il campionato. Il presidente dell'Inter aggiunge poi: «Dispiace non aver vinto ma per com'è andata la partita credo sinceramente sia stato un punto normale, poi è un po' di anni che non vinciamo contro la Roma e poi ci dice bene alla fine quindi..». C'è anche un pò di scaramanzia nel numero uno nerazzurro, che poi spiega le dichiarazioni di Mourinho, il quale ieri, nel dopo partita, ha criticato la prestazione del giovane attaccante Balotelli: «Magari psicologicamente per lui è una specie di salvataggio - dice sorridendo Moratti - comunque credo che lo faccia sempre per mettere in condizione Balotelli di capire, e lo ha detto anche, che col talento che ha può fare molto di più». Massimo Moratti assolve comunque l'attaccante: «comunque ha fatto quel che bisognava fare nel secondo tempo per vivacizzare un pò l'attacco». Moratti però non ci sta alle accuse piovute sulla sua squadra di aver 'picchiatò i giocatori della Roma. «Ho sentito al volo qualche dichiarazione di Ranieri - spiega - sembra un po' uno sfogo così, un po' strano... però non ritengo che sia stata una partita di questo genere. È un'accusa un pò antipatica perchè vuole dare una caratteristica che non abbiamo».

TOTTI: INTER DURA Il gioco dell'Inter ieri è stato duro, «ma questo fa parte del calcio». Francesco Totti non la pensa esattamente come il suo tecnico: al termine della partita di ieri sera a San Siro Claudio Ranieri si era lamentato dei troppi falli subiti dai suoi giocatori. «Sì, rivedendo la partita, ci sono stati parecchi falli abbastanza duri - ha detto Totti ai microfoni di Sky - però, questo fa parte del calcio. Sappiamo che quando giochiamo contro le grandi squadre può succedere di tutto». Per il capitano giallorosso il campionato «è sempre stato aperto, anche perchè ci sono ancora tantissime partite a disposizione. Anche se l'Inter avesse vinto contro di noi, penso che il campionato sarebbe sempre aperto. Siamo riusciti a fermare una delle pretendenti allo scudetto e siamo contenti della prestazione». Sull'Inter vista al Meazza Totti dice: «È una squadra, oltre che tecnica, abbastanza fisica, ha temperamento. Questa è la loro forza». Intanto, per il n.10 giallorosso la guarigione ormai è quasi ultimata: «Se tutto va bene dovrei tornare dopo la sosta». Ora la Roma sta a sei punti dal quarto posto: «L'importante è arrivare tra le prime quattro - conclude Totti -, è il nostro obiettivo di questo anno, quello che ci siamo posti. Purtroppo, ci sono sempre questi alti e bassi durante la stagione. Con il cambio dell'allenatore stiamo cercando di crescere piano piano».

ETO'O SALVA L'INTER MOU PUNGE RANIERI

• De Rossi: frattura allo zigomo
Spettacolo come da copione, scintille al minimo sindacale e un punto a testa. Inter e Roma ancora una volta non deludono le attese al Meazza. In vantaggio molto presto con Vucinic, i giallorossi sono stati raggiunti quando Mourinho ha caricato di punte l'attacco ed Etòo ha trovato il suo 6/o gol in campionato. Così i 14 punti di distanza in classifica sono passati inosservati. Ora la capolista ne ha cinque di vantaggio sulla Juventus e con serenità si presenta alla sosta per la Nazionale, che a Ranieri servirà invece a recuperare i tanti indisponibili e preparare la scalata di una classifica ancora comunque preoccupante. Mourinho cambia metà formazione rispetto all'impresa di Kiev. Lascia in panchina Cambiasso, Chivu e Sneijder, scegliendo Zanetti terzino sinistro, Stankovic e Vieira come vertici alto e basso del rombo, con Muntari che parte a destra e Thiago Motta a sinistra. Ma un approccio un pò troppo leggero alla gara rischia di rovinare l'atmosfera suggestiva lasciata dai festeggiamenti per il centenario dalla nascita di Angelo Moratti, presidente della Grande Inter e padre di Massimo, attuale numero uno del club. Dal canto suo, la Roma arriva al Meazza con tanti assenti (Taddei è squalificato e Totti, infortunato, tifa in tribuna), e un piano preciso: attendere e ripartire. La tattica rende subito. Dopo appena 2' Vucinic, lanciato a rete, ha un'occasione d'oro ma, faccia a faccia con Julio Cesar, tentenna e si fa soffiare il pallone dal rientro provvidenziale di Lucio. Al 13', però, il montenegrino non spreca la seconda chance, ben più difficile. Su lancio lungo di Motta, appena dentro l'area riesce ad anticipare Lucio e a colpire di testa in torsione con una parabola velenosa che beffa il portiere interista. Come accade spesso, all'Inter serve una sberla per svegliarsi. E quando Milito al 17' prova la girata, Julio Sergio non fa rimpiangere Doni fra i pali. Costretto a lasciare a casa Juan e Burdisso, Ranieri vede la sua difesa traballare troppo spesso. Andreolli, ex di turno, alterna anticipi precisi a errori, mentre Mexes alla mezz'ora rimedia un pestone e deve stringere i denti. Come se non bastasse, al 33' la Roma perde De Rossi, messo ko da una gomitata involontaria di Vieira e costretto ad andare in ospedale con una sospetta frattura dello zigomo. Nonostante il nuovo entrato Faty sia molto meno incisivo del capitano, i giallorossi non sbandano e anzi vanno vicini al raddoppio con una punizione di Riise deviata in angolo. Alla fine del primo tempo non mancano le 'tradizionalì scintille fra le due squadre, replicate più tardi da Mexes e Balotelli. Altrettanto consueta è la mossa di Mourinho che, per rimontare, nella ripresa carica l'attacco, inserendo Sneijder e Balotelli per Muntari e Vieira. Ancora una volta la mossa paga, perchè il fronte offensivo si allarga. E quando al 3' la retroguardia romanista spazza male l'area, Thiago Motta trova facilmente Etòo, lesto nel trafiggere Julio Sergio con un diagonale ravvicinato che vale il 150/o risultato utile casalingo per Mourinho. La Roma si rialza e al 18' Menez impegna Julio Cesar da fuori. Ranieri leva l'acciaccato Vucinic e dà un'altra chance a Okaka, reduce dal gol in Europa League con il Fulham. E l'attaccante azzurrino si fa subito notare con una percussione chiusa con un bel tiro di poco fuori. Poi, però, con l'uscita di Menez, resta isolato in attacco e i giallorossi si limitano a contenere. Al 34' Faty spreca la palla match e poco dopo Balotelli potrebbe fare meglio che sparacchiare un comodo destro. Ma va bene così, perchè una vittoria sarebbe stato premio eccessivo per l'una e punizione immeritata per l'altra squadra.

INTER –ROMA 1 – 1 (13’ 1T Mirko Vucinic; 3 2T Samuel Etò)
Terna arbitrale: G.Rocchi, E.Di Liberatore, C.Copelli
Angoli: 5-4 per la Roma
Ammoniti: Muntari e Menez per comportamento non regolamentare Thiago Motta, Stankovic e Pizarro per gioco falloso.
Recupero: 3' e 3'
I GOL:
13' pt: Su lancio lungo di Motta, appena dentro l'area, Vucinic anticipa Lucio e colpisce di testa in torsione con una parabola velenosa che beffa Julio Cesar.
2' st: Motta raccoglie un pallone al vertice dell'area serve Etòo libero sulla sinistra all'interno dell'area, l'attaccante nerazzurro controlla, si gira e insacca con un rasoterra


PARTITA PESSIMA Della sfida con la Roma gli è piaciuto solo il punto conquistato. Per il resto Josè Mourinho ha visto «una partita vicino al pessimo da parte di tutti. C'era una squadra che non è riuscita a vincere, un'altra che non voleva vincere e un altro ha fischiato troppo». L'ultimo riferimento del portoghese è all'arbitro Rocchi, che, a suo dire, avrebbe dovuto dare più recupero. «La Roma ha fermato la partita 50 volte e ogni volta entravano medico, fisioterapista e barella. E poi a quest'arbitro piaceva tanto fischiare: 3' di recupero - protesta - sono assurdi: forse l'arbitro ha capito che forse nessuno era entusiasta della partita e ha mandato tutti a casa». Alla fine, però, Rocchi ha lasciato scontento anche Claudio Ranieri, che recrimina «perchè abbiamo subito tantissimi falli sistematici che dovrebbero essere puniti più severamente. Se c'è una squadra che si deve lamentare siamo noi. L'Inter - continua il tecnico romanista - è una squadra fisica, ma nel 90% dei casi in cui noi ripartivamo ci facevano fallo». La risposta del portoghese, ai microfoni di Inter Channel, non si fa attendere: «Lui (Ranieri, ndr) piange sempre ed è super felice per un pareggio». Per Mourinho «alla fine siamo stati fortunati perchè la Roma si è accontentata del pareggio: se avesse rischiato, avrebbe vinto». E nella pagella del tecnico interista il peggiore è Balotelli: «È stato vicino allo zero. Non mi è piaciuto». Mentre i vari Milito, Etòo e Stankovic non lesinavano energie nonostante avessero nelle gambe anche i 90' di Kiev, «Balotelli, a 19 anni, poteva fare molto di più - spiega l'allenatore - Ha toccato quattro palloni e non recuperava mai in difesa. Io ho fatto tutto quello che potevo, ho cercato di essere più aggressivo e più dolce, ora mi aspetto qualcosa da lui. So come andrà a finire, che io - scherza - dovrò andare dallo psicologo...». Tutto sommato, per il tecnico di Setubal è «un punto guadagnato, anche se avere a novembre 4, 5, 6 o 7 punti di vantaggio conta poco». Il pareggio fa comodo anche a Ranieri, che torna a Roma con un altro infortunato di lusso. «De Rossi dovrà essere operato», annuncia l'allenatore romanista, sottolineando che «la gomitata di Vieira era involontaria ma lui salta sempre con i gomiti aperti. In Inghilterra veniva sempre cacciato fuori». «Purtroppo ora perdo anche De Rossi dopo Totti, ma io devo fare un plauso ai miei ragazzini, sono molto contento dello spirito del gruppo che si è cementato», continua Ranieri sottolineando che «venire al Meazza e pareggiare non è di poco conto, soprattutto in un momento sublime per l'Inter e complicato per noi».

DE ROSSI OPERATO «De Rossi dovrà essere operato»; lo ha detto il tecnico della Roma Claudio Ranieri ai microfoni di Sky Sport rispondendo ad una domanda sulle condizioni di Daniele De Rossi che ha lasciato il campo nel primo tempo dopo aver subito un colpo vicino allo zigomo durante uno scontro di gioco con Vieira. «De Rossi dovrà essere operato, lo confermo - aggiunge il tecnico - e grazie a Vieira. Lui salta sempre con i gomiti aperti. In Inghilterra veniva sempre cacciato fuori». De Rossi ha lasciato il terreno di gioco alla mezz'ora del primo tempo. .
Daniele De Rossi sarà operato domani al Policlinico Gemelli di Roma. Il centrocampista della Roma nello scontro di gioco con l'interista Patrick Vieira ha riportato infatti la frattura dello zigomo destro. Il giocatore era tra i convocati dal ct Marcello Lippi per per i due test amichevoli dell'Italia, contro l'Olanda il 14 novembre a Pescara e contro la Svezia il 18 a Cesena.

GENOA E FIORENTINA VOLANO LAZIO KO CON IL MILAN

Ancora una volta è il Milan a meritare la copertina della Serie A, anticipi e posticipi a parte. I rossoneri sbancano l'Olimpico mandando in crisi la Lazio di Ballardini - non senza qualche sofferenza nella parte finale del match - e s'insediano al terzo posto in classifica, alle spalle dell'Inter e della Juve. La squadra di Leonardo, che se avesse conservato il successo a Napoli si troverebbe al fianco dei bianconeri, sembra avere trovato il passo giusto. E questa volta non solo sui campi da gioco d'Europa. , nella giornata in cui sono stati usati i nuovi palloni Total 90 Ascente Hi-Vis della Nike, Un gol di Thiago Silva ed uno di Pato condannano la Lazio e, salvo sorprese, segnano il destino di Davide Ballardini, la cui panchina in questo momento è appesa ad un filo sottilissimo, che rischia di spezzarsi da un momento all'altro. In auge anche la Fiorentina, che aggancia una Sampdoria in vistoso calo, sconfitta a Cagliari dal micidiale uno-due firmato Conti-Matri. I doriani non solo non riescono più a vincere, ma si stanno abituando alle sconfitte. Un chiaro segnale di stanchezza della squadra di Gigi Del Neri che comunque rimane al quarto posto. Del Neri lamenta torti arbitrali e chiarisce: «Nelle ultime tre partite in trasferta abbiamo giocato a lungo in inferiorità numerica. La mia squadra, mi sembra evidente, è penalizzata». I viola di Prandelli, invece, vincono ad Udine grazie ancora una volta al peruviano Vargas, giocatore prima solo duttile, adesso anche decisivo in diverse circostanze. Vola anche il Parma che rinuncia per infortunio a Paloschi, ma trova due bomber d'eccezione come Zaccardo e Lanzafame. La sfida del Tardini fra Guidolin e l'ex allievo nel Vicenza, Mimmo Di Carlo, è avvincente fino alla fine (per merito degli scaligeri), ma alla fine va al più forte. Se una genovese piange, in vista del derby della Lanterna, un'altra ride: è il Genoa di Gasparini che ha demolito il Siena già nel primo tempo e nella ripresa gli ha rifilato il colpo del ko. A Marassi finisce 4-2, ed è la partita finora più prolifica di una domenica ricca di gol: in attesa di Inter-Roma, e compresa la goleada Juve di ieri, la serie A ha infilato in rete già 26 volte il nuovo Total 90 della Nike, pallone ufficiale del campionato che ha fatto il suo esordio oggi. Anche il Bari continua a stupire, e stavolta basta un gol: ne sa qualcosa il Livorno di Cosmi che si è arreso alla formazione di Ventura, sempre pimpante ed in grado di offrire scampoli di bel gioco. Respira il Bologna, che ridimensiona il Palermo di Zenga, rifilandogli un 3-1 in memoria del suo attaccante degli anni '70. Stefano Chiodi. I felsinei compiono un bel passo avanti in classifica in chiave-salvezza e riprendono a sperare.

Bari-Livorno 1-0 (6' p.t. Allegretti)
Terna arbitrale: Mazzoleni, Petrella, Conca (guarda il video di Bari-Livorno allegato)

Bologna-Palermo 3-1 (42' p.t.e 4' s.t. Zalayeta, 45' p.t. Kjaer, Di Vaio)
Terna arbitrale: Celi, Viazzi, Liberti
Zalayeta e Di Vaio protagonisti, il Bologna batte il Palermo e guadagna tre punti fondamentali. Emiliani in vantaggio alla fine del primo tempo. Ma bastano soli tre minuti e la squadra di Zenga pareggia con Kjaer. Nonostante l'1-1 agguantato nel finale, il Palermo non ne approfitta e ed è ancora il Bologna, a trovare il vantaggio, grazie al raddoppio del Panteron. Sul finale Di Vaio firma il 3-1. (guarda il video di Bologna-Palermo allegato)

Cagliari-Sampdoria 2-0 (40' s.t. Conti, 44' s.t. Matri)
Terna arbitrale: Gervasoni di Mantova, Ghiandal, Giordano
Il Cagliari batte la Sampdoria 2-0 grazie ai gol di Conti e Matri nel finale. Nel primo tempo nel palo di Biondini e tap-in sciagurato di Dessena alle stelle. Il rosso a Stankevicius nel finale del primo tempo provoca problemi. La ripresa è tutta del Cagliari che concretizza a 5 minuti dal termine con Conti di testa. Sempre con la zucca arriva il raddoppio, questa volta firmato Matri. (guarda il video di Cagliari-Sampdoria allegato)

Genoa-Siena 4-2 (2' e 18' p.t.Crespo, 35' p.t. Palladino, 35' s.t. Paolucci, 37' s.t. Maccarone,m 45' s.t. Floccari)
Terna arbitrale: Baracani, M.Baroni, G.Gasperini
Gara che sembra decisa alla fine del primo tempo, che i rossoblu chiudono sul 3-0 grazie alla doppietta di un implacabile Crespo e al gol di Palladino. La partita sembra archiviata ma tra il 35' e il 37' della ripresa con Paolucci e Maccarone i bianconeri infilano un clamoroso uno-due che riapre clamorosamente il match poi Floccari fissa il punteggio sul 4-2. (guarda il video di Genoa-Siena allegato)

Lazio-Milan 1-2 (21' p.t. Thiago Silva, 35' p.t. Pato, 19' s.t. autogol Thiago Silva)
Terna arbitrale: Damato, Rossomando, Lanciano
All'Olimpico i rossoneri raccolgono il massimo risultato con il minimo sforzo, imponendosi per 2-1. Un successo costruito tutto nel primo tempo grazie alle reti, entrambe di testa, di Thiago Silva al 21' e di Pato al 35'. Nella ripresa una carambola fortunosa (autogol dello stesso Silva al 19') sembra riaprire il match, ma ai biancocelesti non riesce la rimonta. (guarda il video di Lazio-Milan allegato)

Parma-Chievo 2-0 (40' p.t. Zaccardo, 27' s.t. Lanzafame)
Terna arbitrale: Pinzani, Niccolai, Papi. (guarda il video di Parma-Chievo allegato)

Udinese-Fiorentina 0-1 (39' s.t. Vargas)
Terna arbitrale: Russo, D'Agostini, Alessandroni
Al 'Friuli' finisce 1-0 un match vivace, che i viola hanno saputo far loro al 39' del secondo tempo. Partita dei tanti assenti, ma anche dei tanti infortuni (Santana, De Silvestri, Pepe e D'Agostino). Nonostante l'emergenza, la Fiorentina resta dunque in zona Champions, quarta, con la Samp, a quota 21.

BECKHAM "NO" A CAPELLO: TUTTA COLPA DEL GALAXY...

Niente nazionale e niente amichevole con il Brasile per David Beckham. Il giocatore aveva annunciato che se la sua squadra, i Los Angeles Galaxy, fossero andati avanti nei play off della Major League Soccer avrebbe rinunciato alla convocazione in nazionale. E proprio ieri i Galaxy si sono qualificati per la finale di Western Conference battendo 1-0 i Chivas eliminandoli in semifinale, dopo il 2-2 dell'andata. La squadra di Beckham adesso giocherà la finale venerdì contro Houston Dynamo.

Lo 'spice boy' era stato inserito nella rosa da Capello per la partita contro il Brasile di sabato a Doha ma il giocatore questa volta ha privilegiato il club alla nazionale. Beckham ha tra l'altro concluso la semifinale di Conference piuttosto malconcio: è rimasto in campo 78' prima di essere costretto a uscire per una botta alla schiena e una caviglia dolorante. Per l'amichevole in Qatar, Fabio Capello dovrà fare a meno anche di Steven Gerrard e Michael Owen; indisponibili per infortunio anche Ashley Cole e il portiere David James. Ritorna in nazionale l'attaccante del Sunderland Darren Bent (otto gol stagionali), così come Stephen Warnock, Jermaine Jenas e Tom Huddlestone.

CHELSEA, IL PADRE DI TERRY SPACCIA COCAINA

padre di John Terry, difensore del Chelsea e capitano della nazionale inglese allenata da Fabio Capello, spaccia cocaina. Lo scrive, anche nell'edizione online, il giornale 'News of the World' allegando come prova un video girato giovedì scorso, almeno così scrive il giornale, da un reporter, Daniel Senderson, al quale Ted Terry vende tre grammi di cocaina nei bagni di un wine-bar di Chafford Hundred, nell'Essex. «È di ottima qualità, posso procurartene altra», dice il padre di Terry al giornalista che finge di fare da tramite per un non meglio imprecisato 'boss' bisognoso di coca. Poi l'uomo, che ha 55 anni, si raccomanda: «questa è una cosa fra me e te, non dire a nessuno che sono il padre di John Terry. Non dico che faranno commenti, ma non si sa mai cosa potrebbe succedere». Poi dopo che il giornalista 'camuffatò gli dice che abitualmente compra droga nella zona est di Londra, Terry senior ribatte spiegando che «non puoi fare questo,perchè da quelle parti non è buona. Quella ce l'ho io, quanta te ne serve? Il tuo capo è un multimilionario, non credo che starebbe a tirare sul prezzo». 'News of the World' precisa anche dalla vendita di questi tre grammi di cocaina Terry senior ha ricavato un guadagno netto di 40 sterline, circa 44 euro, dopo aver venduto i tre grammi per un totale di 120 sterline. John Terry, 28 anni, guadagna al Chelsea 10 milioni di sterline (circa 11 milioni di euro) all'anno. Il giornale inglese precisa poi di aver cominciato ad 'indagarè due mesi fa sul padre del capitano dell'Inghilterra, dopo aver appreso di 'vocì che lo volevano implicato nel traffico di droga. Ted Terry è separato dall'ex moglie Sue, madre di John, che mesi fa venne arrestata per aver rubato merce per un valore pari a circa 900 euro in un grande magazzino Marks & Spencer and Tesco.

TONI, FUGA DAL BAYERN SCAPPA DOPO IL CAMBIO...

C'è un 'casò Luca Toni al Bayern Monaco. L'attaccante italiano, sostituito dopo il primo tempo dell'odierno match casalingo contro lo Schalke 04, ha lasciato lo stadio e non ha seguito la ripresa della sfida terminata 1-1. «Non credo che questo vada bene per la squadra e per Toni», ha commentato l'allenatore del Bayern, l'olandese Louis van Gaal.
«Così non funziona. Prendiamo atto, ne parleremo», ha detto il general manager Uli Hoeness, lasciando intendere che il giocatore potrebbe subire sanzioni. Toni sta vivendo un'annata travagliata. Dopo un lungo stop per problemi al tendine d'Achille, ha faticato a trovare spazio nella formazione bavarese.

ROONEY E LO SPOT CON LE GOMME

A volte un testimonial calcistico non è chiamato solo a mettere faccia, voce e popolarità, ma anche a dare saggio delle proprie capacità con la palla a uso spot. E' capitato anche a Wayne Rooney, che impegnato con Coca-Cola nella campagna Street Striker 09 (un'iniziativa che punta a trovare il perfetto funambolo da strada del Regno Unito), ha dimostrato ai giovani pretendenti cosa fare col pallone quando si è pressati da avversari del tutto particolari: decine di copertoni lanciati da distanza ravvicinata e ballonzolanti in tua direzione. Forse a Capello l'esibizione non piacerà tanto... o forse sì, guardando che fa Rooney.

ERIKSSON PERDE LA TESTA PER UNA PALLINA...

Anche l'algido Sven-Goran Eriksson ha i suoi attimi di commozione, e può lasciarsi andare a lacrime di gioia. L'ex Ct dell'Inghilterra, si è prestato come testimonial di una nota marca di fazzolettini, smentendo, almeno per spot, la fama di "svedese di ghiaccio". In realtà, grazie alle sue esuberanti avventure amorose, Eriksson aveva già fatto capire di avere un'anima "latina", forse maturata nei sui anni in Serie A. Nello spot pubblicitario, però, Sven si mette in gioco con ironia, lasciando trapelare il suo lato più giocoso. L'allenatore, in uno spogliatoio immaginario, rimasto solo si lascia prendere la mano, o meglio il piede, da una serie di palleggi con un fazzolettino, per poi fare gol nel cestino ed esultare con tanto di giacca sulla faccia "alla Ravanelli". Nel simpatico spot coinvolti anche altri personaggi dello spettacolo come il cantante Bob Geldof e l'ex Spice-Girl, Emma Bunton.

GALLIANI GONGOLA: ABBIAMO COMPRATO IL NUOVO MESSI

L'ad rossonero esalta il neoacquisto, fresco vincitore della Coppa del Mondo U20: «Adiyah? Il giocatore ha sempre voluto il Milan ma aveva chiesto una cifra troppo alta. Ora sta facendo le visite mediche e poi diventerà nostro, si tratta del miglior giocatore del Mondiale U20 come lo sono stati anche Messi e Aguero».

BRAVO LEONARDO «Il doppio confronto con il Real ha dimostrato che Leonardo sta facendo un ottimo lavoro, mi piace molto il suo modulo e piace anche al presidente Berlusconi che ha sempre voluto una squadra con la vocazione offensiva». E' felice il dirigente rossonero Adriano Galliani all'arrivo in Lega Calcio. Il suo Milan ha passato definitivamente il momento negativo ed è lanciatissimo ai vertici del campionato grazie ad un gioco finalmente convincente. «Non mi chiedete dove possiamo arrivare, sono sempre scaramantico. Il Milan gioca bene a calcio - ha continuato Galliani - E' stato molto bravo Leonardo a creare uno schema che possa esaltare Dinho a sinistra e Pato a destra. Anche Dunga ha apprezzato Seedorf? Anche questa una mossa molto buona, da esterno di centrocampo. Leonardo conferma la nostra tradizione di allenatori nati e cresciuti con noi senza avere un'esperienza specifica, come fu con Sacchi e Capello. Spalletti? A me piacciono tutti gli allenatori che hanno vocazione offensiva. Ora ci aspetta la Lazio: siamo amici ma lo saremo solo dopo il 90'. Le partite sono tutte difficili e non mi piace fare previsioni».

MOURINHO PROVOCA: "ROMA IN CORSA PER LO SCUDETTO"

Ranieri: "Lotteremo fino alla fine"
"I 14 punti di differenza tra Inter e Roma non sono la verità. La Roma ha tanta qualità ed è una squadra da scudetto". Per Josè Mourinho la gara in programma domani a San Siro è »una grande partita«. L'Inter domina il campionato, la Roma è lontanissima dal top della classifica. Ma i numeri, dice il tecnico nerazzurro, non sono tutto. »Noi stiamo andando bene dall'inizio della stagione, loro hanno avuto qualche problema. Ma la Roma ha tanta qualità, ha tanti giocatori che mi piacciono. E per questo domani ci aspetta una grande partita«, dice lo Special One. L'Inter arrivano all'appuntamento dopo la vittoria per 2-1 ottenuta mercoledì con la rimonta sul campo della Dinamo Kiev. La strada verso gli ottavi di finale di Champions League appare in discesa, ma Mourinho non capisce »lo stato euforico« che caratterizza l'ambiente. »A me, personalmente, la vittoria di Kiev non dice niente. Non mi dà premi: abbiamo vinto una partita, sembra che siamo diventato campioni d'Europa«, dice. »D'accordo, abbiamo ribaltato il risultato nel finale. D'accordo, vincere all'ultimo minuto è una sensazione fantastica. Ma non siamo ancora qualificati per gli ottavi di finale di Champions: possiamo vincere il girone, possiamo finire terzi o possiamo andare a casa. Può succedere di tutto, per questo non capisco questo stato euforico", afferma il portoghese.

RANIERI «Lì c'è una squadra con il vento in poppa. Qui c'è una squadra con mille problemi. Lì c'è il migliore attacco, qui la peggior difesa. Noi dobbiamo fare la partita perfetta, loro devono sbagliare qualcosa». Claudio Ranieri presenta così la sfida che la sua Roma si prepara a disputare sul campo dell'Inter. I giallorossi stanno cercando di dimenticare il complicato avvio di stagione, i nerazzurri dominano in campionato e con la vittoria ottenuta 2-1 a Kiev hanno compiuto un passo fondamentale verso gli ottavi di finale di Champions League. «L'Inter ha fatto una gara perfetta a Kiev, ha dato una dimostrazione di forza con la rimonta. Questa vittoria può dare ai nerazzurri la spinta per tentare la scalata alla Champions League. Noi andremo a Milano per giocare la nostra partita: mi aspetto di vedere una Roma volitiva. Dobbiamo sfruttare le occasioni e far gol. Non dobbiamo limitarci a creare», dice Ranieri, che dedica parole di stima a Josè Mourinho, con cui in passato ha dato vita a duelli verbali: «Non siamo amici e non siamo nemici. Dove è stato, ha vinto. È un allenatore capace, ama molto il suo lavoro. Lo scambio di battute in passato? Fa parte del sale e pepe...». Con 7 punti di vantaggio sulle inseguitrici, l'Inter ha già vinto lo scudetto? «Se fossi secondo, spererei», dice Ranieri.

LA GAFFE DI COBOLLI GIGLI: "IBRA? E' UNO ZINGARO..."

«Il simpatico zingaro Ibrahimovic. Ci ha mollato. Poi però si è rivelato zingaro anche in seguito, ma sottolineo il simpatico». Da pochi giorni Giovanni Cobolli Gigli non è più il presidente della Juventus e la sua prima intervista da "semplice" tifoso non è di certo passata inosservata. Le sue parole rilasciate al Corriere della Sera non sono infatti piaciute dalle parti di Barcellona...

IBRAHIMOVIC ZINGARO - L’ex numero uno bianconero è tornato a parlare dell’estate 2006 e del turbolento periodo calciopoli: «Mi sono ritrovato in mezzo a processi sportivi – dice Cobolli Gigli - abbiamo vissuto in tempo reale. Dovevamo ricostruire anche la squadra. Alcuni sono rimasti fedeli, altri se ne sono andati per esigenze di bilancio come il simpatico zingaro Ibrahimovic. Ci ha mollato. Poi però si è rivelato zingaro anche in seguito, ma sottolineo il simpatico».

CALCIOPOLI - Quindi, sempre parlando di Calciopoli, Cobolli spera in una ri-assegnazione degli Scudetti: «Gli scudetti che noi riteniamo di aver vinto sul campo sono 29 – spiega - ma due sono stati revocati. Noi non possiamo chiedere nulla. Ma se i processi penali si chiudessero in un certo modo, la Federcalcio potrebbe ridarci uno di quei due scudetti. Nella vecchia Juve c'erano cose che non andavano ma la sentenza è stata eccessiva. Una serie di fatti veniali hanno costituito un peccato mortale».

BUFFON - Chiusura su Buffon («è il più simpatico in assoluto») e sull’Inter, «una società avversaria ma con la quale ho avuto rapporti corretti».

LA JUVE SOFFRE POI DILAGA

La Juventus rifila 5 gol all'Atalanta, voltando decisamente pagina rispetto al capitolo precedente (il clamoroso ko contro il Napoli). Il successo bianconero mette un po' di pressione all'Inter, impegnata a San Siro domenica sera contro la Roma. E soprattutto evita che il finale del giallo-scudetto possa essere rivelato già a inizio novembre. La squadra di Ferrara torna dunque alla vittoria. Con un risultato rotondo, anche se la sfida con l'Atalanta dell'ex Antonio Conte è stata più complicata di quanto dica il risultato. I padroni di casa partono bene e nella prima mezz'ora riescono a imbrigliare il gioco della Juve. Poi, nel giro di un minuto, Camoranesi mette a segno una doppietta da ko: prima infila in rete di testa (36'), poi batte Consigli con un gran tiro da fuori area. I bergamaschi subiscono il colpo e chiudono il primo tempo senza dare segnali di riscossa. E invece, al 5' minuto della ripresa, la squadra di Conte riapre la partita: Valdes supera Caceres in velocità e supera Buffon con un secco rasoterra. La reazione della Juve è rabbiosa: i bianconeri segnano due gol in fuorigioco (giustamente annullati) nel giro di pochi secondi, poi Felipe Melo indovina l'incrocio con un gran tiro dal limite. Partita finita? Neanche per sogno: tocca a Ceravolo tenere a galla le speranze atalantine. Dopo un dribbling su Grosso in piena aerea, il nerazzurro mette in rete con un sinistro a girare. I bianconeri vanno un po' in affanno, fino a quando (al 40') arriva il gol di Diego, abile a infilare in rete dopo un pregevole assist di Camoranesi (senza dubbio il migliore in campo). Un minuto dopo arriva l'atteso gol di Trezeguet: il francese raggiunge Omar Sivori al quarto posto nella classifica di tutti i tempi dei cannonieri della Juve, affiancandolo anche come miglior bomber straniero nella storia del club bianconero a 167 reti.

TREZEGUET: VOGLIO SUPERARE SIVORI «Sono contentissimo, sono arrivato a un traguardo personale molto importante. Ci tenevo tantissimo a raggiungere Omar Sivori. Questa sera è stata la partita perfetta». Con il gol di oggi David Trezeguet taglia un traguardo importante: 167 gol in bianconero, uguagliando appunto Sivori. «È qualcosa che non mi aspettavo quando sono arrivato alla Juve - ammette Trezeguet davanti alle telecamere di Sky - Adesso mi manca un gol per superare Sivori. E questo è un traguardo molto importante per me».

CATANIA-NAPOLI, ZERO GOL

Catania spreca, il Napoli si salva e lo 0-0 è l'epilogo obbligato dell'anticipo pomeridiano della 12° giornata del campionato di Serie A. Il risultato penalizza i siciliani, che sciupano almeno 4 nitide chance per conquistare i 3 punti. La X, invece, è il massimo che il Napoli può raccogliere in un match giocato col freno a mano tirato. Gli azzurri non sono in giornata di grazia, come appare chiaro sin dalle prime battute. Pronti, via e ol Catania spaventa De Sanctis per due volte. Al 4' Morimoto sfiora il palo con un insidioso diagonale, al 10' Mascara non inquadra la porta con un colpo di testa da distanza ravvicinata. Il Napoli sta a guardare e non riesce ad arrivare mai dalle parti di Andujar. I padroni di casa sono liberi di gestire il possesso del pallone senza la pressione degli avversari. Il predominio territoriale degli etnei, però, non si trasforma in gol perchè le punte rossoazzurre hanno le polveri bagnate. È colossale, al 42', la chance che spreca Morimoto. Il giapponese, servito da Mascara, si presenta da solo davanti a De Sanctis e da 4 metri riesce a centrare il portiere avversario. Il nipponico concede il bis all'inizio della ripresa: colpo di testa sgangherato al 47', ancora un'opportunità buttata via. Dall'altra parte la mira è un optional anche per Lavezzi. Liberato da un clamoroso errore di Potenza, l'argentino non riesce a battere il connazionale Andujar e lo 0-0 resiste.

Il Catania rallenta rispetto alla prima frazione ma continua a gestire il gioco. Al 61' Llama prova dalla distanza, De Sanctis respinge con qualche affanno. I padroni di casa gettano nella mischia anche Plasmati, che garantisce chili e centrimetri supplementari in attacco. Al 76', però, la palla buona capita sui piedi di un difensore: Terlizzi svirgola da ottima posizione. Il Napoli si vede solo nel finale con un paio di tentativi di Quagliarella: troppo poco per sbloccare il risultato. Il Catania, con 8 punti, rimane nelle zone bassissime della classifica. Il Napoli, a quota 18, frena la rincorsa alle posizioni europee.

MAZZARRI APPLAUDE IL CATANIA «Bisogna dare i meriti al Catania: gioca bene, oggi sembravano in 12, perchè correvano più di noi. Erano messi bene, sono stati bravi». Walter Mazzarri, allenatore del Napoli, evidenzia i meriti del Catania nel match terminato 0-0 allo stadio Massimino. «Noi -dice ai microfoni di Sky Sport- ci abbiamo messo del nostro perchè in troppi non abbiamo avuto il rendimento delle ultime gare. È comprensibile perchè questi ragazzi hanno speso tanto a livello nervoso in quella settimana particolare, tra Fiorentina, Milan e Juventus. Il dispendio di forze, soprattutto a livello mentale, è stato notevole». «La squadra non ha giocato bene ma ha saputo soffrire. È un risultato positivo che allunga la striscia, è un segnale importante di una squadra che, quando soffre, riesce a limitare i danni. Questa è stata l'unica cosa positiva», aggiunge.

venerdì 6 novembre 2009

Il doping finanziario

Sul doping finanziario nei bilanci delle società di calcio s'è creata una situazione davvero paradossale. A detta di tutti gli esperti i bilanci erano drogati, tant'è che nel 2003 fu varata una legge (la cosiddetta salva-calcio) proprio per consentire di svelenirli; erano tanto drogati che un tesserato (Gazzoni Frascara, all'epoca Presidente del Bologna) fece una denuncia alla Procura Federale; in Federazione c'erano le pistole fumanti (cioè i bilanci; ce le hanno in custodia gli esperti della Covisoc), ma non si è fatto nessun processo sommario, anzi non si è fatto proprio niente; addirittura la denuncia è stata trasmessa alle Procure di mezza Italia e il dott. Palazzi è rimasto in attesa della conclusione delle indagini e dei processi (esattamente l'opposto rispetto al comportamento tenuto per Calciopoli).

E così è venuto fuori questo paradosso: la giustizia ordinaria non ha praticamente emesso nessuna condanna, le società la scorsa estate hanno patteggiato a tarallucci e vino con la Procura Federale; l'unico processo ancora in corso è quello di Torino sui bilanci della Juve che, per riconoscimento unanime, erano i più a posto tanto che proprio la Juve fu una delle poche società a non far ricorso alla salva-calcio. Un bel teatrino dell'assurdo che farebbe pensare a Pirandello, se non ci fossero di mezzo dati e fatti precisi, sceriffi e pistole fumanti, regolamenti federali e bilanci depositati. Ci sarebbe da scrivere non un romanzo, ma siamo un giornale e allora ci limitiamo a richiamare alcuni aspetti importanti e ad aiutare il ragionamento di quei lettori che volessero venire a capo del paradosso della Juve di Giraudo e Moggi a processo per falso in bilancio (così continuano a scrivere le gazzette, ma la faccenda è un po’ diversa).

Il primo aspetto da mettere a fuoco è la diversa severità dei due ordinamenti: mentre da un lato il reato di falso in bilancio è stato depenalizzato e si sono ridotti i termini di prescrizione, dall'altro la giustizia sportiva continua come prima a punire severamente i comportamenti elusivi (art.8 del C.G.S.), chiama in causa le Norme Organizzative Interne con un vasto reticolato di articoli (dal 77 al 90); addirittura nel Titolo V del C.G.S. tratta congiuntamente alcuni aspetti dell'illecito sportivo e delle violazioni in materia gestionale ed economica, quasi a ribadire la gravità di quest'ultimo reato, di fatto equiparandola a quella dell'illecito classico; come c'è stato lo scandalo di Calciopoli, allo stesso modo, per le carte federali, poteva esserci Bilanciopoli. Anzi, doveva esserci, visto che le pistole erano in Federazione che fumavano, anche se poi poi, passando per le Procure, sono diventate delle pistole ad acqua.

Il secondo riguarda il fatto che tante società hanno patteggiato, e che in generale si trattava di finte plusvalenze legate alla compravendita dei calciatori. Tanti commentatori hanno fatto di tutta l'erba un fascio (tutti colpevoli, nessun colpevole) e così nessun lettore s'è posto l'interrogativo se dietro le finte plusvalenze ci fosse l'attività elusiva richiamata (e sanzionata) dall'art.8, e cioè se qualche società partecipasse al campionato mettendoci meno soldi (di capitale e riserve) del dovuto e quindi, per dirla alla Palazzi, illecitamente. Tre indizi portano a dire che una società c'era sicuramente, ed è l'Inter: perché ha fatto ricorso alla salva-calcio per la cifra record di 319 milioni; perché in undici anni di gestione Moratti aveva accumulato, secondo un'indagine del Sole 24 Ore (del 24/4/2007), perdite nette per 661 milioni pareggiate per 476,6 milioni dai versamenti dei soci e per il resto, aggiungiamo noi, appunto dalle plusvalenze immaginarie; perché nell'indagine della Procura di Milano sui conti di Inter e Milan l'accusa mossa alla società nerazzurra (e solo a quella) era di aver eluso la normativa federale in tema di parametri da rispettare per l'iscrizione (appunto: l'illecito richiamato e sanzionato dall'art.8).

A questo punto si potrebbe obiettare che in tema di bilanci la Federazione non ha mai applicato con rigore i suoi regolamenti ed è vero; addirittura, quand'era presidente, Carraro aveva espressamente dichiarato che i bilanci erano irregolari e che c'era da comminare delle penalità, ma si era scelto di non farlo perché i tifosi non avrebbero capito. Carraro, però, aveva fatto quella dichiarazione nel 2004, mentre con il dopo-denuncia di Gazzoni Frascara siamo nel 2006-07, con la sentenza di Calciopoli ancora fresca d'inchiostro, Palazzi promosso super-Procuratore e Petrucci, Abete e Matarrese che proclamano tutti i giorni che il calcio è finalmente pulito. Non solo: quando Platini mette sotto tiro i debiti eccessivi in Italia si ribatte che il nostro calcio, contrariamente a quello inglese, è a posto (Petrucci, Abete e Matarrese all'unisono), che noi abbiamo dei veri mecenati come Moratti che ci mettono dei gran soldi (la Gazzetta dello Sport), che in Italia la Covisoc, diversamente da quanto accade in Inghilterra, fa i controlli in modo rigoroso (il sottosegretario Rocco Crimi).

Tutte barzellette; e mentre le barzellette passano di bocca in bocca al bar sport, il doping finanziario si fa più sofisticato, col marchio e le rivalutazioni di rami d'azienda girano milioni, finti, a centinaia e non più a decine; l'abbiamo documentato sul nostro sito, ne ha scritto Il Sole 24 Ore, un esperto ha espressamente parlato di illeciti tollerati, richiamando così l'ammissione di Carraro ma, contemporaneamente, sputtanando il Coni e la Figc, la Procura Federale e la Covisoc, cui bisogna riconoscere comunque una certa coerenza: non hanno sanzionato le violazioni precedenti e, coerentemente, hanno incentivato quelle successive.

Oltre alla denuncia alla Procura Federale, l'ex-presidente del Bologna ha anche intentato una causa civile contro gli stessi attori che abbiamo appena nominato e che abbiamo chiamato spesso in causa negli articoli sul nostro sito; vedremo cosa succederà, salvo accordi extra-giudiziali qualcuno dovrà spiegare chi è il colpevole dei mancati controlli. Intanto a Torino entro novembre ci sarà la sentenza nel processo sui bilanci della Juve: si era partiti da Gazzoni Frascara, ma si è finiti a Cobolli Gigli; nel senso che la denuncia iniziale su cifre eventualmente gonfiate nella compravendita di giocatori è tracimata in quella di infedeltà patrimoniale: così i pubblici ministeri hanno potuto passare al setaccio tutte le uscite societarie dal 2002 in avanti, per verificare l'ipotesi accusatoria secondo la quale qualcuno poteva essersi arricchito illecitamente.

Davvero un bel riconoscimento per dei dirigenti che avevano suscitato ammirazione anche all'estero, tanto che la stampa specializzata aveva segnalato proprio il bilancio della Juve come quello da prendere ad esempio.

ECCO QUANTO COSTA RONALDO INFORTUNATO

Cristiano Ronaldo è infortunato e costa al Real Madrid 83.051 euro al giorno. Il quotidiano spagnolo 'As' fotografa il lato finanziario della travagliata convalescenza dell'attaccante portoghese. Ronaldo, acquistato in estate dal Manchester United, percepisce un ingaggio stagionale di circa 13 milioni di euro. Da settimane, però, la star è ai box per un infortunio alla caviglia destra. Ronaldo si è sottoposto ieri ad una visita specialistica in Olanda. Il giocatore deve aspettare almeno un paio di settimane prima di tornare a calcare i campi. Il Real Madrid non ha intenzione di affrettare i tempi di recupero ma deve fare i conti con le esigenze del Portogallo. La Nazionale lusitana sarà impegnata il 14 e il 18 novembre negli spareggi per le qualificazioni ai Mondiali 2010 e potrebbe chiedere al convalescente Ronaldo di stringere i denti.

CALCIOPOLI NEWS

Manfredi Martino, ai tempi di Calciopoli segretario della Commissione arbitrale nazionale (Can), è stato sentito come teste nel corso del processo di Napoli. Martino ha ammesso che le palline usate per i sorteggi arbitrali, in particolare nella stagione 2004-2005 erano vecchie, usurate e decolorate e per questo riconoscibili . Il pm Narducci ha cercato di estorcergli quacosa in più e il teste ha poi aggiunto in relazione alla partita Milan-Juventus, che avrebbe deciso le sorti di quel campionato: "A mia sensazione durante il sorteggio per la scelta dell'arbitro per quella partita qualcosa non andò secondo il verso giusto perchè ci fu uno strano colpo di tosse del designatore Bergamo quando il giornalista incaricato dall'Ussi scelse la pallina gialla degli arbitri."

REAL, VAN NISTELROOY SALUTA E LA ROMA LO ASPETTA

Ruud van Nistelrooy lascerà, molto probabilmente, il Real Madrid a gennaio. Lo stesso bomber olandese, reduce da nove mesi di stop per problemi ad un ginocchio, ha aperto alla possibilità di lasciare il club castigliano: "A gennaio si può trattare - le sue parole riportate dal 'Sun' -, valuteremo le offerte e vedremo cosa il Real Madrid avrà intenzione di fare. E' una questione di continuità per ritrovare la forma". Il Mondiale si avvicina e anche il 33enne attaccante non vuole perdere l'occasione di andare in Sudafrica. La Roma di Ranieri è alla ricerca di una punta di peso e già in estate il giocatore era stato vicino ai giallorossi. La prossima sessione di mercato potrebbe portare l'olandese nella Capitale, anche non è da sottovalutare la concorrenza del Tottenham.

ARRESTATO IL PETROLIERE TACI CHE VOLEVA PRENDERE IL BOLOGNA!

Una corte di Tirana ha deciso oggi l'arresto, in attesa della conclusione delle indagini, per Rezart Taci, il petroliere albanese che tre giorni fa aggredì, insieme a due suoi dipendenti, Mero Baze, editore del quotidiano Temà in uno dei pub al centro della capitale. La sentenza è stata emessa in contumacia ma il petroliere, che l'agosto scorso, rinunciò all'acquisto del Bologna FC solo poche ore prima della firma dell'accordo, dopo essere stato ricercato dalla polizia per tre giorni oggi, poche ore dopo la sentenza, si è costituito. L'arresto in carcere è stato confermato anche per i due dipendenti del gruppo 'Taci Oil' che insieme all'imprenditore avevano picchiato il giornalista. Baze è autore di decine di articoli che hanno denunciato i presunti «legami di interesse fra Taci ed il premier Berisha» e «gravi irregolarità» nella privatizzazione di Armo, la più grande azienda di raffinazione e distribuzione del petrolio in Albania, venduta a Taci l'anno scorso. Sulla vicenda hanno protestato le organizzazioni per i diritti dell'uomo e le associazioni dei giornalisti.

NOVITA' BECKAM E MILAN

«Il pensiero di stare sei mesi senza la mia famiglia mi uccide». Parola di David Beckham, che così commenta la decisione di lasciare i Los Angeles Galaxy per andare in prestito al Milan e giocarsi le sue possibilità di convocazione per i Mondiali 2010. «La cosa più dura per me - dichiara lo Spice Boy in un’intervista a “Fox Sports Radio” - è andare via e lasciare la mia famiglia per sei mesi. Loro verranno a trovarmi una volta ogni otto settimane. Chi mi conosce sa quali sono i miei sentimenti nei confronti dei miei figli e di mia moglie e sa che odio stare lontano da loro. È una cosa che mi uccide. Ma vado in Italia e non posso portarmi dietro i miei perché i miei figli sono già sistemati a scuola e io e mia moglie non vogliamo che cambino ora». Beckham spiega poi la ragione che lo “costringe” a questo sacrificio: la speranza di andare ai Mondiali. «È l’unico motivo che mi spinga ad allontanarmi dalla famiglia - dichiara l’ex giocatore di Manchester United e Real Madrid -. Non ho la garanzia di essere tra i convocati per il Sudafrica, nemmeno andando a giocare col Milan, ma devo fare tutto quanto è in mio potere per avere un’opportunità. La mia carrier è stata tutta una montagna russa e sarà così anche nei prossimi sei-otto mesi».

MUTU DEVE OPERARSI FUORI UN MESE

Brutta tegola sulla Fiorentina: dopo Gamberini la Fiorentina perde anche Adrian Mutu. L'asso rumeno, dopo gli accertamenti a cui si è sottoposto questo pomeriggio, ha scoperto di aver subito ieri sera nella sfida Champions con il Debrecen una lesione del menisco mediale del ginocchio destro, quello a cui non era stato operato in aprile. L'attaccante viola sarà sottoposto a intervento nei prossimi giorni e ne avrà per almeno un mese.

IL CHELSEA DI NUOVO SUL MERCATO... E ANCELOTTI PUNTA PATO

Il Tribunale d'arbitrato sportivo (Tas) ha sospeso il provvedimento che blocca il mercato del Chelsea per le prossime due sessioni. Lo ha reso noto l'organismo con sede a Losanna. Il Chelsea ha presentato ricorso contro il provvedimento adottato lo scorso 27 agosto dalla Fifa. La federcalcio internazionale ha sanzionato il club londinese per le irregolarità commesse nella trattativa con cui è stato ingaggiato il giovane calciatore francese Gael Kakuta.
Secondo la Fifa il Chelsea ha indotto il giocatore a rescindere un contratto valido con il Lens. Kakuta è stato squalificato per 4 mesi: anche tale sanzione viene sospesa dal Tas in attesa della decisione finale.
ANCELOTTI ELOGIA PATO - «È tornato l'entusiasmo, la gente sta scoprendo un nuovo idolo, Pato. È tornato anche Nesta, il Milan è destinato a fare un'ottima stagione». Carlo Ancelotti, allenatore del Chelsea, a Sky Sport24 fotografa così il momento del Milan, la squadra che ha guidato fino a maggio. In Inghilterra, Ancelotti siede sulla panchina che in passato è stata occupata da Josè Mourinho, attuale tecnico dell'Inter. «Mourinho qui è ricordato con grande affetto, ha lasciato il segno. Diventeremo amici? Non lo so, le vie del Signore sono infinite», dice Ancelotti.

EUROPA LEAGUE

Vittoria in rimonta per la Roma all'Olimpico contro gli inglesi del Fulham. Nel match valido per il gruppo E di Europa League, i giallorossi si sono imposti per 2-1 grazie ai gol di Riise e Okaka. La squadra di Ranieri ha chiuso il primo tempo sotto di un gol, segnato da Kamara per gli ospiti al 19' su rigore, assegnato dall'arbitro Glom per un fallo di Andreolli sullo stesso Kamara. In avvio di ripresa il Fulham è rimasto in 10 uomini per l'espulsione diretta del neo entrato Nevland, autore di un brutto fallo da dietro su De Rossi. La superiorità numerica ha dato la scossa giusta ai giallorossi, che hanno trovato il pari al 69' grazie a un sinistro di Riise dalla distanza. Al 76' Okaka ha poi siglato il gol-vittoria di testa. Gli inglesi hanno chiuso il match in 9 uomini per l'espulsione nel recupero del difensore Konchesky. Grazie a questa vittoria, la Roma scavalca il Fulham al secondo posto del girone con 7 punti e a -2 dalla capolista Basilea. Il Fulham è terzo con 5 punti.GENOA-LILLE 3-2 Il Genoa ha battuto il Lilla 3-2 in una partita della quarta giornata del gruppo B di Europa League. Dopo il gol di Palacio al 14' del primo tempo e di Crespo al 13' della ripresa, la squadra di Gasperini ha subito la rimonta dei francesi, a segno con Frau (47') e Gervinho (84'). Il gol-vittoria lo ha firmato Sculli nel secondo minuto del recupero. Il successo odierno riporta il Genoa al secondo posto del girone con 6 punti, gli stessi del Valencia fermato dallo Slavia Praga sul 2-2. Il Lilla resta al comando del gruppo con 7 puntiVILLARREAL-LAZIO 4-1 Quindici minuti: tanti bastano al Villarreal per mettere al tappeto la Lazio nella quarta giornata di Europa League. Gli spagnoli vincono 4-1, ma i primi minuti di gioco sono quelli determinanti. Il Villarreal raggiunge la formazione biancoceleste a quota sei punti e la qualificazione al turno successivo per la formazione del presidente Lotito è appesa ad un filo. Ballardini lascia in panchina Zarate e gli preferisce Tommaso Rocchi, per poi affidarsi all'argentino e a Kolarov nella ripresa, quando la sua squadra è sotto di tre gol; magari puntare da subito su Maurito (autore del gol della bandiera) dal primo minuto avrebbe potuto cambiare qualcosa. La Lazio capitola praticamente subito: dopo tre minuti è sotto di un gol e con un uomo in meno per l'espulsione (sanzione un pò troppo severa) di Baronio. I biancocelsti cadono sotto i 'colpì di Pires (autore di una doppietta, al 2' e al 15') e di Cani (al 12'). Al 15' è sotto di tre gol ed in inferiorità numerica. E quando al 32' del primo tempo (con il Villarreal già sul 3-0), l'arbitro Kircher espelle Gonzalo Rodriguez per un fallo su Rocchi e concede un calcio di rigore per i biancocelesti, a remare contro ci si mette anche la sfortuna, perchè il penalty calciato da Foggia si stampa sulla traversa. Eppure la prima occasione della partita è della Lazio, che dopo soli 40 secondi ha la possibilità con Rocchi di portarsi in vantaggio, ma di piede Diego Lopez salva. Il vantaggio spagnolo arriva praticamente nell'azione successiva. Un gol rocambolesco quello di Piras: da 40 metri calcia una punizione che va in porta, 'complicè il movimento in area di Nilmar che distrae Bizzarri e la difesa, che restano a guardare. Un minuto dopo Baronio viene espulso e la Lazio accusa il colpo. Il Villarreal è padrone del campo, la Lazio è in estrema difficoltà, soprattutto a centrocampo, e non riesce a reagire. AL 12' il 2-0 che porta la firma di Cani. Un paio di minuti e arriva il colpo del ko, quello del 3-0: Diakitè atterra Nilmar, per l'arbitro è rigore e Pires non sbaglia (anche se Bizzarri sfiora). I padroni di casa non mollano la presa, la Lazio arranca ma al 32' la partita potrebbe riaprirsi quando Gonzalo Rodriguez viene espulso dopo aver bloccato Rocchi lanciato in area e viene concesso il rigore per la Lazio. La conclusione di Foggia si stampa sulla traversa. La Lazio però ci crede e nella ripresa, complice anche il ritmo più lento degli avversari e gli inserimenti di Zarate, Kolarov e Makinwua, cerca di limitare i danni. E si rende più volte pericolosa, fino a quando intorno alla mezz'ora è proprio Zarate a ridurre le distanze siglando il 3-1. La Lazio prova ad affondare, anche perchè il Villarreal comincia ad essere intimorito. Ma arriva il gol del 4-1 che porta la firma dell' italiano Giuseppe Rossi (entrato nella ripresa) che realizza il rigore concesso per un fallo di Mauri su Cani. Finisce così, con la Lazio che ora ha da pensare alla sfida di domenica con il Milan all'Olimpico.

giovedì 5 novembre 2009

GESTACCIO DI STANKOVIC AL PUBBLICO

Poco prima di scatenare la propria esultanza per la sofferta vittoria contro la Dinamo Kiev, ieri sera l'interista Dejan Stankovic è stato protagonista di un gestaccio nei confronti del pubblico ucraino, come si vede nelle immagini televisive rilanciate da diversi siti internet. Succede tutto nel terzo minuto di recupero, con l'Inter che ha appena trovato il gol che le regalerà il successo in rimonta, e dagli spalti qualcuno lancia una bottiglia di plastica vuota. Il centrocampista serbo la raccoglie, la getta fuori dal campo, e mentre arretra, rivolto ad alcuni spettatori dello stadio di Kiev, mima un inequivocabile gestaccio a sfondo sessuale.

SCONTRO LOTITO-PANDEV

Il Presidente del Collegio Arbitrale della Lega, Sergio De Felice, ha fissato per lunedì 9 Novembre alle ore 9.00 presso gli uffici della Lega Calcio in via Rosellini a Milano la prima udienza per la vertenza che vede opposto l'attaccante Goran Pandev alla Lazio. In quella occasione fra le altre questioni verrà stilato il calendario per gli eventuali interventi dei testimoni chiamati in causa da difesa e accusa. Pandev, in rotta con il presidente della Lazio Claudio Lotito, chiede la rescissione unilaterale del contratto che scade a giugno 2010.

Serie A - Statistiche e curiosità della 12esima

Catania-Napoli

Il parziale dei precedenti di Serie A tra Catania e Napoli vede i partenopei in vantaggio per sette vittorie a sei, solo tre i pareggi. Nei precedenti giocati in casa il Catania è comunque imbattuto, alla luce di cinque vittorie e tre pareggi. Sono solo due i gol realizzati dal Napoli in casa del Catania nella massima serie finora. Gli etnei sono reduci da tre sconfitte consecutive, ed hanno segnato solo un gol in ciascuna di queste partite. Tutti e tre questi gol sono stati realizzati da Giuseppe Mascara (di cui due dal dischetto). Il Napoli è imbattuto dall'arrivo del nuovo allenatore, Walter Mazzarri, in virtù di tre vittorie ed un pareggio. Solo Antonio Di Natale (nove) ha segnato più gol del centrocampista del Napoli Marek Hamsik in questo campionato (sette). I partenopei hanno già recuperato sette punti da posizione di svantaggio in questo campionato, e sono stati la squadra più prolifica nel quarto d'ora finale di gara (sei gol). Il Catania ha subito il maggior numero di sanzioni disciplinari finora (42 ammonizioni e quattro espulsioni). Sfida inedita nella massima serie tra i due allenatori, Walter Mazzarri e Gianluca Atzori.

Atalanta-Juventus

L'Atalanta non riesce a battere la Juventus da 11 partite di Serie A; l'ultimo successo nerazzurro risale al febbraio 2001, da allora nove vittorie bianconere e due pareggi. I bergamaschi hanno sempre subito gol nelle ultime 15 sfide di campionato con la Juve. La Juve si è imposta nelle ultime tre trasferte di Serie A disputate a Bergamo, segnando una media di tre gol a partita. L'Atalanta è reduce da due sconfitte consecutive in campionato, in cui non è riuscita a segnare alcun gol. La Juventus detiene il primato stagionale dei gol segnati di testa (sette). Questo sarà il primo confronto da allenatori per i due ex compagni di squadra ai tempi della Juventus, Ciro Ferrara e Antonio Conte.

Bari-Livorno

Sono 14 i precedenti di Serie A tra Bari e Livorno, ma l'ultimo risale addirittura alla stagione 1948/49; grande equilibrio finora, con quattro vittorie per parte e sei pareggi. Il Bari è imbattuto in casa col Livorno nella massima serie, in virtù di quattro vittorie e tre pareggi. Queste due squadre si sono affrontate nel campionato cadetto lo scorso anno, ed entrambe le sfide finirono in parità (0-0 in Puglia e 1-1 in Toscana). Nonostante non sia riuscito a segnare in sei delle 11 partite di questo campionato, il Bari è una delle rivelazioni di questa stagione, con 15 punti conquistati finora. Sono solo due i gol subiti dal Bari sul proprio terreno in quest'inizio di stagione. La squadra pugliese non ha ancora subito alcun gol nella prima frazione di gioco. Dal canto loro i toscani hanno il peggior attacco di questo campionato (quattro gol, di cui solo due realizzati in trasferta finora). Quella di domenica scorsa contro l'Inter è stata la prima sconfitta del Livorno dall'arrivo in panchina di Serse Cosmi, dopo le due vittorie contro Roma e Atalanta. Un solo precedente in Serie A tra i due allenatori, Giampiero Ventura e Serse Cosmi, terminato a reti bianche.

Bologna-Palermo

L'ultima vittoria del Bologna sul Palermo in Serie A è datata 5 novembre 1972; nelle cinque sfide giocate da allora tra queste due squadre, il Palermo ha vinto due volte, tre i pareggi. In casa tuttavia il Bologna è imbattuto coi siciliani da nove incontri, ed ha vinto sei di questi. Il Palermo non riesce a segnare più di un solo gol in una trasferta a Bologna da 10 incontri. Sia Bologna che Palermo hanno segnato un gol in quattro delle ultime cinque sfide di campionato in cui hanno giocato contro. Il Bologna ha perso quattro delle ultime cinque gare di questo campionato, in mezzo solo la vittoria casalinga per 2-1 sul Siena. Il Palermo non è mai riuscito a tenere la propria porta inviolata nelle ultime 10 trasferte di Serie A, e ha perso sei di queste. Il Palermo detiene il primato dei tiri effettuati finora (139), mentre il Bologna è la squadra che ha inquadrato di meno la porta (solo 33 tiri nello specchio). Incontro inedito quello tra i due manager, Franco Colomba e Walter Zenga.

Cagliari-Sampdoria

Una sola vittoria blucerchiata nelle ultime 12 sfide col Cagliari nella massima serie, quattro vittorie dei sardi e ben sette pareggi completano il parziale. La Samp non è riuscita a segnare in cinque delle ultime sei visite al Cagliari in Serie A. I sardi sono reduci da tre vittorie consecutive, non accadeva dallo scorso gennaio. I doriani hanno raccolto un solo punto in trasferta nelle ultime tre partite, frutto del pareggio in casa della Lazio. La Samp è riuscita a tenere la propria porta inviolata una sola volta nelle ultime 17 trasferte di Serie A, ed è reduce della sconfitta sul campo della Juventus per 5-1. Sono di Giampaolo Pazzini cinque delle ultime sette reti stagionali della Samp (sette il totale per l'attaccante blucerchiato quest'anno). La Samp ha subito il maggior numero di falli (233). Gli unici due precedenti tra Massimiliano Allegri e Luigi Del Neri sono stati vinti entrambi dall'attuale tecnico blucerchiato.

Genoa-Siena

Sono solo quattro i precedenti tra queste due squadre nella massima serie: due vittorie del Genoa ed una del Siena, prima del pareggio per 0-0 nell'ultima sfida dello scorso campionato. Dopo avere realizzato tre gol nella prima sfida di Serie A col Genoa, il Siena non è più riuscito a segnare nelle seguenti tre gare contro i grifoni. Il Siena ha raccolto solo tre punti nelle ultime nove giornate di campionato, frutto di tre pareggi. Quattro sconfitte su cinque partite finora in trasferta per gli uomini di Marco Baroni, che ha rimpiazzato Marco Giampaolo sulla panchina bianconera lo scorso 29 ottobre. Solo una vittoria finora per i toscani, attualmente fanalino di cosa della Serie A a quota sei punti. Il Genoa ha già trasformato quattro calci di rigore quest'anno, record stagionale in Serie A. Nessuna squadra ha subito più gol dei grifoni finora (20, sette dei quali sono arrivati nel quarto d'ora finale di gara). Primo confronto in Serie A tra i due allenatori, Giampiero Gasperini e Marco Baroni.

Lazio-Milan

Rossoneri imbattuti con la Lazio da 22 incontri in campionato (13 vittorie e nove pareggi); l'ultimo successo laziale sul Milan risale alla stagione 1997/98. Il Milan ha vinto tre delle ultime quattro sfide con la Lazio, segnando ogni volta più di due gol. La Lazio non ha mai segnato più di un solo gol nelle ultime 12 sfide di campionato col Milan. I biancocelesti non hanno trovato la rete in quattro delle ultime sei occasioni in cui hanno ospitato il Milan. Otto i gol segnati dal Milan nelle ultime due visite alla Lazio in campionato. Lazio a secco di vittorie da nove giornate, dopo due successi nelle prime due. Milan imbattuto da sei giornate in Serie A (tre vittorie ed altrettanti pareggi). I rossoneri hanno segnato due gol in ciascuna delle ultime quattro partite. Il Milan è stata la squadra meno fallosa finora (151 falli fatti). Prima sfida tra questi due allenatori, Leonardo e Davide Ballardini.

Parma-Chievo

Sfida numero 13 tra queste due squadre nella massima serie: veronesi in vantaggio finora per cinque vittorie a quattro. Il Parma ha alternato una vittoria ad una sconfitta nelle ultime quattro giornate. In casa sono arrivate quattro vittorie su cinque partite per gli emiliani quest'anno. Chievo meglio fuori casa che in casa quest'anno: 10 dei 15 punti conquistati finora sono arrivati in trasferta. Sono solo tre le reti subite dal Chievo quest'anno in trasferta. Il Chievo è la squadra che ha subito più gol di testa finora quest'anno (sei). Francesco Guidolin e Domenico Di Carlo non si sono mai affrontati nella massima serie.

Udinese-Fiorentina

Quattro vittorie a due in favore dell'Udinese nel parziale degli ultimi sei precedenti di Serie A con la Fiorentina. L'Udinese è imbattuta nelle ultime cinque occasioni in cui ha ospitato i viola, ed ha vinto le ultime tre. I friulani hanno conquistato i tre punti una sola volta nelle ultime cinque giornate di questo campionato, tuttavia in casa sono stati capaci di quattro vittorie nelle ultime cinque gare. La vittoria casalinga col Catania di domenica scorsa ha interrotto un digiuno di vittorie che durava da quattro giornate per i viola. Fuori casa il bottino della Fiorentina rimane invece di soli cinque punti in questo campionato. Tre gol nelle ultime due giornate per il centrocampista della Fiorentina Marco Marchionni; medesimo rendimento anche per l'attaccante dell'Udinese Floro Flores. L'Udinese è l'unica squadra di questo campionato ad essere andata a segno solo con giocatori italiani (15 gol). Tre vittorie a testa nei sei precedenti disputati in Serie A tra Pasquale Marino e Cesare Prandelli finora.

Inter-Roma

Due vittorie nerazzurre e due pareggi nelle ultime quattro sfide di campionato tra Inter e Roma. Tuttavia, nelle ultime quattro sfide disputate a San Siro, la Roma è uscita imbattuta in virtù di due vittorie e due pareggi. La Roma ha realizzato complessivamente 10 gol nelle ultime 4 visite all'Inter in campionato. L'Inter è reduce da cinque vittorie consecutive in campionato, ed ha vinto nove delle ultime 10 partite, unica eccezione la trasferta di Marassi persa per 1-0 con la Sampdoria. L'imbattibilità casalinga dei nerazzurri dura da 28 partite; la loro ultima sconfitta interna risale al marzo 2008, quando vennero sconfitti dalla Juventus per 2-1. Gli uomini di José Mourinho vantano il miglior attacco di questo campionato (28 gol), e sono riusciti a segnare più di un gol in 13 delle ultime 14 gare casalinghe di Serie A. La vittoria di domenica scorsa sul Bologna ha interrotto una serie di tre sconfitte consecutive per la Roma in campionato. Lontano dall'Olimpico i giallorossi sono a secco di vittorie da quattro turni, in cui hanno racimolato solo due punti. 10 dei 18 gol stagionali segnati dalla Roma sono scaturiti da situazioni di palla inattiva. Gli unici due precedenti tra José Mourinho e Claudio Ranieri sono quelli dello scorso campionato, una vittoria per il portoghese ed un pareggio.